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Mandrakes a metà, è ancora Ko

da: organizzatori

I Manigoldi spaccano la partita dopo un iniziale equilibrio. La difesa contiene, ma dall’attacco non arriva la zampata.

A leggere il risultato finale, 9-3 per chi la porta a casa, verrebbe da pensare che non c’è stata gara. Invece altroché: ma solo per metà. Tanto hanno consentito le circostanze per i Mandrakes contro i Manigoldi di S.Giovanni Persiceto, che al quarto Inning piazzano la spallata che sfonda il portale del Castello. Fin lì si viaggiava in parità 3-3, ribellandosi pure alla mortifera apertura avversaria (fuoricampo al centro, valla a prendere); quindi, sotto di due out, San Giovanni fa quaterna: niente da dire nel merito, perché l’attacco Manigoldo picchia e pesta che è un piacere, ma anche volendo vai a discutere, se al duca non bastano sei strike per fare un out al piatto, e si arrivi salvi con un metro di ritardo. Ovviamente sono illazioni: l’unico dato certo è che col guanto i Mandrakes reggono, viceversa sbriciolandosi appena prendono la mazza. Sul campo lo schieramento estense, anche se monco del pilastro Bassi, compie più di una prodezza: presa al volo in retromarcia di Bell Mulen, doppio (anzi quasi) di Nicholas Bettoni, fly di Marzaduri ripescato dal foul, eliminazione no-look in prima di Benetti dal limite dell’erba, più un’altra precisa in mezzo al piatto a evitare un punto a casa (“Ho tirato strike”, il commento lapidario). Il vero problema è nel box, da cui escono appena qualche valida, un doppio, un paio di basi ball. A casa arrivano in tre, per l’effimero pareggio di cui sopra: dopo solo pali, e diverse banali eliminazioni tra le basi (compresa una doppia, su infield fly). I due punti che restano, i Manigoldi li segnano quando il mago ormai è già stato scippato.
Al termine, Benetti commentando le prestazioni dei suoi: “Il risultato non è ingiusto, però nemmeno veritiero. Azzardo a dire che in difesa abbiamo giocato meglio noi. Gli ultimi punti sono entrati quando ormai era andata. Semplicemente non siamo riusciti a segnare, nonostante i loro lanciatori non fossero inarrivabili. E se non fai punto non vinci: questo è il baseball.” Ora per invertire il trend, nel prossimo appuntamento del Ferrara contro i Dustbins vice campioni in carica, serviranno gli straordinari

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)