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Da ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Allerta frane e alluvioni in Emilia Romagna. A lanciare l’allarme è Coldiretti Emilia Romagna che dopo la neve e le gelate guarda con apprensione all’arrivo della perturbazione di origine atlantica che porterà ad un rialzo delle temperature dopo il gelo siberiano dei giorni scorsi.
Se lo scioglimento delle neve avvenisse in tempi troppo rapidi – sostiene Coldiretti regionale – i terreni e i fiumi faranno fatica ad assorbire l’eccesso di acqua, con il conseguente aumento del rischio di frane e smottamenti, come è già avvenuto in alcune zone, in particolare nel bolognese dove una frana ha interrotto il vecchio tracciato della Porrettana, minacciando anche alcune abitazioni.
La conseguenza del rapido sciogliersi delle neve con l’aggiunta di pioggia – afferma Coldiretti Emilia Romagna – è un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Servizio Geologico regionale, in Emilia Romagna ci sono più di 38 mila frane attive per una superficie di quasi 70 mila ettari e più di 32 mila frane quiescenti, che coprono 181 mila ettari. In pratica l’11,3 per cento del territorio regionale è soggettoa frane, percentuale che aumenta decisamente se si considera che la provincia di Ferrara e tutto il territorio a nord della via Emilia sono esenti da movimenti franosi. Ad essere più colpito è, naturalmente, il territorio collinare e montano, area dove – ricorda Coldiretti regionale – è in forte calo la presenza dell’agricoltura che negli ultimi venti anni ha visto più che dimezzato il numero delle aziende agricole, rimaste oggi poco più di 20 mila nell’Appennino emiliano romagnolo.
A causa del maltempo, da Piacenza a Rimini – secondo le prime parziali stime di Coldiretti regionale – sono oltre duemila le aziende agricole che hanno visto svanire le produzioni di ortaggi invernali, ma anche il raccolto dei frutteti, in particolare peschi e albicocchi che, con le temperature superiori alla media del mese di gennaio,erano in risveglio vegetativo e in molti casi già fioriti. A causa delle temperature scese sotto gli 8 gradi in pianura, è a rischio la produzione anche per il frumento e per le aziende che hanno già seminato le barbabietole da zucchero. Secondo Coldiretti regionale, i danni per i raccolti agricoli potrebbero raggiungere anche i 100 milioni di euro.

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