Maltempo: Coldiretti, il Po in Emilia Romagna sale di 1,5 metri
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Da: Emilia Romagna – Coldiretti
Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il fiume Po di oltre 1,5 metri in un solo giorno per raggiungere un livello idrometrico di -1,61 a Boretto, in provincia di Reggio Emilia dopo un lungo periodo di magra in cui era sceso sui livelli di piena estate. È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Emilia Romagna sui positivi effetti delle precipitazioni che hanno portato anche molta neve sulle montagne e gonfiato i laghi a secco con il Maggiore che ha raggiunto un grado di riempimento del 52% e quello di Como salito al 22%. Le precipitazioni – sottolinea Coldiretti regionale – sono importanti ripristinare le scorte di acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni, per lo sviluppo primaverile delle coltivazioni. L’acqua arriva infatti dopo un lungo periodo di caldo e siccità e aiuta le semine di granoturco, barbabietole, riso e pomodoro ma anche – precisa Coldiretti Emilia Romagna – ortaggi e piante da frutto che si trovano in piena fioritura. Se da un lato infatti il “bel tempo” ha permesso agli agricoltori di fare le lavorazioni per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che – spiega Coldiretti regionale – può avvenire solo se in presenza di buona umidità. La pioggia caduta resta comunque insufficiente per colmare il pesante deficit idrico poiché le precipitazioni dovrebbero durare almeno una decina di giorni per tornare ad una situazione di normalità. La pioggia però deve cadere – continua Coldiretti Emilia Romagna – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con grandine sono l’evento più temuto dagli agricoltori per i danni irreversibili che provocano alle coltivazioni in campo. Allo stato attuale nel nord Italia – conclude la Coldiretti – la situazione è grave come quella del 2017, uno degli anni peggiori del secolo, che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura.
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