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Made in Italy, opportunità per il Futuro in Italia: l’appuntamento promosso da Ascom Confcommercio e Confagricoltura

Articolo pubblicato il 18 Febbraio 2016, Scritto da ASCOM FERRARA

Tempo di lettura: 3 minuti


da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Il Made in Italy come risorsa per lo sviluppo del Paese: Confagricoltura ed Ascom Confcommercio con l’appuntamento odierno (18 febbraio) “Made in Italy & futuro in Italia” presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ferrara (che ha dato il patrocinio all’iniziativa) hanno inteso focalizzare l’attenzione sui fondamentali aspetti della promozione e valorizzazione del prodotto Italiano (dal cibo al tessile-abbigliamento) in una carrellata a più voci utile ad inquadrare il tema fuori dai luoghi comuni, evidenziando gli strumenti legislativi europei e nazionali a salvaguardia della cultura della Legalità, oltre, naturalmente, al tema basilare della salute.
Un evento affollato – aperto dai saluti del segretario generale della Camera dii Commercio Mauro Giannattasio “il mercato della contraffazione è un vero e proprio competitor del mercato legale ma non solo che rappresenta anche un evasore di straordinaria pericolosità” ha sottolineato e dalla dirigente del polo scolastico agroalimentare “Navarra – Vergani” Roberta Monti – al quale hanno partecipato, testimoniando l’attenzione delle Istituzioni, il prefetto Michele Tortora, il vicario del questore Francesca Montereali, ed il tenente colonnello dell’Arma Vittorio Bartemucci.
Sono proprio i due presidenti di Confagricoltura ed Ascom, promotori del pomeriggio, a fornire il senso dell’iniziativa.
Il tema dell’agroalimentare e della lotta alla contraffazione è stato al centro dell’intervento di Pier Carlo Scaramagli presidente di Confagricoltura Ferrara, che ha posto l’attenzione sulle possibili strategie a tutela del Made in Italy agroalimentare e sui progetti allo studio di Confagricoltura contro il fenomeno dilagante della contraffazione. “Punto di partenza due dati inequivocabili: 30 i miliardi di euro derivati dall’export agroalimentare italiano e 60 quelli derivanti da produzione e vendita di prodotti contraffatti a marchio nazionale (Italian Sounding). Il raffronto non permette indugi; il problema deve essere contrastato ad ogni livello. Non solo forza pubblica o avvocati ma un impegno politico nazionale e comunitario. Inoltre, massima attenzione affinché non “passino” leggi inique e penalizzanti per il nostro Paese, ad esempio la liberalizzazione delle denominazioni geografiche dei vini”. E confrontando i dati dei due big europei (Germania: 54 miliardi di export di cui il 34% agroalimentare; Francia: 42 miliardi e 27% agroalimentare) con l’Italia (30 miliardi per il solo 20% agroalimentare), Scaramagli ha concluso: “C’è fame di prodotto italiano da soddisfare, gli operatori del settore devono aver chiari questi numeri per migliorare la logistica della distribuzione all’estero e per fare rete aumentando le dimensioni della struttura”.
Dall’agroalimentare al commercio, il passo è breve ma comunque pesante: “Sulla contraffazione la tolleranza deve essere pari a zero – ha chiarito a conclusione del pomeriggio Giulio Felloni, presidente provinciale di Ascom Confcommercio -. Per il commercio e il turismo, il mercato dell’illegale vale 27 miliardi di euro e brucia circa 260mila posti di lavoro regolari. Peraltro è ben 1 consumatore su 4 a dichiarare di aver effettuato acquisti di prodotti abusivi (Indagine Confcommercio, novembre 2015). Nel nostro edificio ideale della Legalità, l’insegna ad ogni piano ed in primis sulla facciata, deve essere chiara e luminosa, senza se e senza ma. Promuovere il Made in Italy è la chiave del successo economico, come un processo di lavorazione antico e moderno nel contempo, che valorizza il connubio persone e materie prime – dall’alimentare alla moda – come qualcosa di eccezionale ed eccellente che l’ingegno umano ed Italiano trasforma, promuovendo il made in Italy a testa alta in tutti i contesti”.
Nel caleidoscopio aperto sul made in Italy si sono alternati diversi relatori proponendo letture legislative ed internazionali: Denis Pantini, Direttore del Settore Agroalimentare di Nomisma con un contributo su “Imitazione e contraffazione dei prodotti agroalimentari: stato dell’arte, impatti economici e scenari evolutivi”, il tenente colonnello Antonio Magro del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Ferrara con “Riflessioni su conoscenza, legalità e vigilanza sul falso Made in Italy”. Ma al di là delle leggi, sono bontà e salubrità a costituire da sempre l’arma migliore e proprio da questa angolatura Michele Rubbini, direttore Programma di Chirurgia Coloproctologica Università/AUSL di Ferrara, ha esaminato i “Componenti nascosti del cibo: come conoscere e riconoscere un cibo di qualità”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani