Lunedì 6 maggio alle 18:00 Alessandro Da Rold presenta il libro “Pecunia non olet. La mafia nell’industria pubblica. Il caso fimmeccanica” presso libreria Ibs+Libraccio Ferrara
Tempo di lettura: 2 minuti
Da: Eventi Ferrara
Dialogano con l’autore Rossella Daverio e Francescomaria Tuccillo
Uno dei più importanti boss mafiosi, latitante per vent’anni, faceva affari per conto di Finmeccanica, fiore all’occhiello dell’industria pubblica italiana. Una storia che appare incredibile. Fra omertà, giochi diplomatici internazionali e grandi affari, ecco chi copre la mafia e chi la combatte con tenacia e coraggio.
«Seguite i soldi, troverete la mafia.» – Giovanni Falcone
«Se ‘Vituzzu’ dovesse parlare sul serio, farebbe tremare Italia e Africa intere.» – Andre Lincoln, agente sudafricano che indagò su Vito Palazzolo, boss mafioso
La mafia che non uccide ma vende armi. Elicotteri, mitragliatrici, bombe, fregate militari: un arsenale ricchissimo e pronto all’uso là dove le guerre causano morti e arricchiscono i portafogli di speculatori e dittatori. La storia raccontata da Da Rold è incredibile perché fa vedere come l’illegalità criminale possa trasformarsi in una pratica normale e ripetuta, al punto che un latitante come Vito Palazzolo, «uno dei soggetti più pericolosi della comunità criminale internazionale», ricercato già da Giovanni Falcone e finalmente arrestato nel 2012, riesce a entrare nei salotti buoni del commercio internazionale e fare affari con Finmeccanica, Agusta e vari governi, incluso il Sudafrica di Nelson Mandela. A dire di no sono pochi: alcuni valorosi magistrati del Sud, di Napoli e Palermo, cui si affiancheranno quelli del Nord, di Busto Arsizio e di Milano. Dice di no, pagandone il prezzo, anche Francescomaria Tuccillo, avvocato e manager napoletano, direttore di Finmeccanica per l’Africa subsahariana. Nonostante il vento spiri a favore di chi agisce nell’illecito, alla fine la verità vincerà. La partita è enorme: in gioco c’è il destino del colosso della difesa, attraversato da scandali e arresti e da un intrico di poteri, in cui si mescolano politica, servizi segreti, mafia, massoneria, criminalità organizzata, che ha compromesso la competitività dell’industria italiana e messo in gioco il futuro economico del nostro paese, la sua capacità di creare lavoro e il suo ruolo sullo scacchiere internazionale.
Alessandro Da Rold (1980), cronista di giudiziaria, economia e politica, ha lavorato per “il Riformista”, “Lettera43”, linkiesta e “La Verità”. Per anni si è occupato di Lega e nel 2012 ha pubblicato il libro “Lega Spa” (Edizioni Cento Autori), un’inchiesta sui conti del partito. Segue da vicino le aziende partecipate italiane, in particolare il colosso petrolifero Eni. Ha scritto spesso anche di servizi segreti e di difesa. È stato tra i primi a occuparsi del caso Finmeccanica.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani