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di Francesca Ambrosecchia

Dopo un caffè post-pranzo e una chiacchierata sulle panchine di pietra è giunta l’ora di tornare sui libri. Fuori dalla finestra dell’aula studio, Santa Maria della Consolazione è illuminata dal sole. Un sole debole che colora il paesaggio cittadino con le tinte del tramonto.
Attaccata ad una delle sale studio più frequentate della città, specialmente in questo periodo, la chiesa, in via Mortara, è stata una delle ultime opere dell’architetto Biagio Rossetti a inizio ‘500. Si narra che le prime manifestazioni di culto sul luogo fossero iniziate a seguito di un evento particolare: un nobile ferrarese uscì illeso da un assalto di un gruppo di banditi mentre si recava nel suo podere fuori città. Decise successivamente di tornare sul posto portando con sé una tela recante l’immagine della Vergine a cui, con il passare del tempo vennero attribuiti molti eventi miracolosi.
La struttura è particolare per via della sua facciata. È senza dubbio incompiuta. I mattoni sporgenti disegnano una serie di linee orizzontali che ne costituiscono un’effettiva decorazione e la porta principale è situata sotto un piccolo portico che custodisce e protegge l’ingresso in essa.

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Redazione di Periscopio



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