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Da: Organizzatori

Grazie ai laboratori del CER in collaborazione con il Consorzio Pianura di Ferrara e alle Università di Padova, Pavia ma anche accademie spagnole, turche e giordane inizia RESERVOIR, progetto destinato a condizionare le future scelte dei paesi del Mediterraneo oggi alle prese con crisi idriche e risalita del cuneo salino

Gli effetti del cambiamento climatico globali mostrano chiare ripercussioni anche nelle regioni del Mediterraneo e l’incremento delle temperature ha proporzionalmente aumentato la diretta dipendenza dalle acque sotterranee come indispensabile fonte di acqua dolce. Una fonte oggi più che mai al centro dell’attenzione corale e con essa gli inevitabili impatti qualitativi e quantitativi che ne derivano. Per rispondere in maniera adeguata a queste nuove rilevanti sfide nasce il progetto RESERVOIR con l’obiettivo di fornire nuovi prodotti e servizi utili all’insegna di una gestione sostenibile delle acque sotterranee da testare in quattro aree scelte in maniera oculata nel Mediterraneo e particolarmente soggette a stress idrico: Italia, Spagna, Turchia e Giordania. L’area-test italiana è rappresentata da una fetta di territorio composito a ridosso della costa Adriatica, nella zona di Comacchio in provincia di Ferrara, in cui il Canale Emiliano Romagnolo, in stretta collaborazione con il Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara, si occuperà del miglioramento delle conoscenze sull’impatto sugli acquiferi delle attività agricole e civili in zona anche non lontana ad insediamenti urbani a forte vocazione turistica. In particolare, nell’arco dei 4 anni di durata del progetto, saranno messi a punto modelli di gestione delle acque superficiali adeguati a contrastare l’avanzata del cuneo salino verso le aree interne, con gli immaginabili effetti positivi sulla qualità delle risorse, uno dei principali obiettivi delle Direttive Europee in materia di conservazione delle acque. I risultati di RESERVOIR saranno utilissimi per le decisioni future, tali da poter incidere sulle politiche nei cosiddetti paesi-target presi in esame e con ogni probabilità potrebbero diventare modello riconosciuto, soprattutto in ambienti con equilibri ambientali fragili, in cui le risorse idriche hanno impatti evidenti su tutti i comparti produttivi: agricolo, industriale e civile. Il Canale Emiliano Romagnolo , forte del suo ruolo di gestore di risorsa idrica superficiale e di ente di ricerca tecnico-scientifica (AcquaCampus) con vasta e maturata esperienza in materia di studio di falde acquifere destinate al soddisfacimento dei fabbisogni idrici delle colture, è partner e parte integrante del team di progetto che raggruppa tra gli altri l’Università di Pavia e le Università di Padova, Alicante (Spagna), Dokuz Eyul (Turchia), Giordania.

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