Andiamo con ordine. L’immagine riprende una platea di spettatori che guardano un film horror all’interno di un cinema. Si possono notare nei loro volti espressioni di evidente disagio, raccapriccio, sofferenza.
Questa sommaria descrizione, tuttavia, non è del tutto esatta.
In verità gli spettatori sono soldati, e ciò che stanno guardando non è un film ma qualcos’altro.
Quest’immagine è stata scattata durante la proiezione di un documentario girato alla fine dell’ultima guerra mondiale. Un documentario relativo alla scoperta fatta dalle truppe americane dei lager nazisti. Il documentario è crudo, tragico, tremendamente esplicito, senza censure. Si vedono tutti gli orrori dei campi di sterminio. Auschwitz, Bergen Belsen, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Treblinka…
I soldati, ragazzi giovani e meno giovani, tutti uomini che hanno combattuto al fronte e che quindi sono abituati agli orrori della guerra, si coprono il volto sgomenti, increduli, smarriti.
Il fatto è che non si tratta di soldati americani… sono prigionieri tedeschi!
Non sono i soldati scelti delle famigerate SS, sono comuni soldati della Wehrmacht fatti prigionieri dagli alleati nel corso di tutta la guerra. Senza le divise non c’è nessuna differenza tra loro e quelli americani, inglesi o russi. In fondo sono tutti uomini. Tutti uguali davanti al dolore e alla morte.
Tutti capaci di provare pena, rimorso, vergogna, angoscia.
L’avevano capito loro, i tedeschi… Dopo settantacinque anni mi chiedo come mai la destra italiana non l’abbia ancora capito.
Sostieni periscopio!
Carlo Tassi
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it