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Andiamo con ordine. L’immagine riprende una platea di spettatori che guardano un film horror all’interno di un cinema. Si possono notare nei loro volti espressioni di evidente disagio, raccapriccio, sofferenza.
Questa sommaria descrizione, tuttavia, non è del tutto esatta.
In verità gli spettatori sono soldati, e ciò che stanno guardando non è un film ma qualcos’altro.
Quest’immagine è stata scattata durante la proiezione di un documentario girato alla fine dell’ultima guerra mondiale. Un documentario relativo alla scoperta fatta dalle truppe americane dei lager nazisti. Il documentario è crudo, tragico, tremendamente esplicito, senza censure. Si vedono tutti gli orrori dei campi di sterminio. Auschwitz, Bergen Belsen, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Treblinka…
I soldati, ragazzi giovani e meno giovani, tutti uomini che hanno combattuto al fronte e che quindi sono abituati agli orrori della guerra, si coprono il volto sgomenti, increduli, smarriti.
Il fatto è che non si tratta di soldati americani… sono prigionieri tedeschi!
Non sono i soldati scelti delle famigerate SS, sono comuni soldati della Wehrmacht fatti prigionieri dagli alleati nel corso di tutta la guerra. Senza le divise non c’è nessuna differenza tra loro e quelli americani, inglesi o russi. In fondo sono tutti uomini. Tutti uguali davanti al dolore e alla morte.
Tutti capaci di provare pena, rimorso, vergogna, angoscia.

L’avevano capito loro, i tedeschi… Dopo settantacinque anni mi chiedo come mai la destra italiana non l’abbia ancora capito.

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it