L’OPINIONE
Il silenzio dei cattolici sulle sortite di monsignor Negri
Tempo di lettura: 2 minuti
Nuova sortita del vescovo di Ferrara, monsignor Luigi Negri, contro la legge sull’aborto e contro la legge che vuole contrastare l’omofobia. I toni sono quelli che lo contraddistinguono: integralismo, intolleranza, mancanza di rispetto per la verità dei fatti. Ma non è su questo che vorrei insistere. Mi soffermo rapidamente sulle reazioni pubbliche. Colgo l’occasione per ricordare un ottimo documento dell’Udi (4 agosto 2014) che in modo pacato e argomentato rispondeva al Vescovo presentando i buoni risultati ottenuti con la legge 194. E denunciava un primato negativo: l’Italia è tra i Paesi più arretrati in tema di educazione sessuale. Nei giorni scorsi, un’altra risposta ferma e laica è venuta dai Giovani democratici ferraresi e dal consigliere comunale di Sel, Leonardo Fiorentini. E i cattolici? Silenzio o parlano d’altro. Per esempio, l’amico economista Andrea Gandini che, nelle parole del vescovo (“…la legge sull’aborto non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ha fatto sprofondare in questa crisi economica…”) “…individua uno spunto per portare il dibattito fuori del terreno della pura polemica e dello scontro ideologico…”. Scontro ideologico? Ma stiamo scherzando? E’ un confronto fra un visione oscurantista e una concezione coerente con lo spirito di una società moderna e laica. E aggiunge Gandini: “Non entro nel merito della discussione di tipo etico e religioso”. E perché no? Oppure, colpisce un’altra dichiarazione irenica, quella del segretario della Cisl, Paolo Baiamonte: “Il Vescovo usa toni forti e accesi…. Ma è indubbio che scuotono una piazza come quella di Ferrara che è un po’ sonnolenta…”. Bene. Ma nel merito delle continue sortite del vescovo cosa ne pensa il signor Baiamonte? Concludo. Discorrendo in privato con cattolici e sacerdoti raccolgo molte critiche nei confronti della linea retriva e intollerante inaugurata da monsignor Negri, ma pubblicamente registro reticenze e silenzi… Non funziona così lo spazio pubblico di una democrazia adulta.
Fiorenzo Baratelli è Direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara

Sostieni periscopio!
Fiorenzo Baratelli
I commenti sono chiusi.
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani