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Ma Renzi ed il renzismo sono di destra o di sinistra? L’equivoco si va sciogliendo giorno dopo giorno.
La destra berluscon-alfaniana-verdiniana ha sciolto il nodo da tempo: Renzi è cosa nostra, sta facendo tutto ciò che gli abbiamo chiesto e che era nei nostri programmi e che purtroppo non riuscimmo ad attuare per colpa di tanti italiani che si opposero. Evviva e lunga vita al fiorentino e non saranno certo i diritti civili a interrompere il sodalizio Renzi-destra ora arricchito anche dalla presenza di Bondi e persino dal placet di Emilio Fede. La Confindustria, con un Squinzi sempre più prepotente – “niente aumenti di salario”- gongola. Per parte sua il premier non salta un appuntamento “con le imprese” a cui porta in dono sempre qualche gradito provvedimento. Chissà quando mai il segretario di un partito autosedicente di sinistra si farà vedere ad un’assemblea di pensionati o di operai? C’è il rischio che lo fischino (loro da tempo hanno sciolto l’equivoco) cosa intollerabile per il grande comunicatore.
Per intanto il Pd cala nei consensi, la disaffezione al voto ed alla politica rimane altissima e la forbice sociale e le diseguaglianze si ampliano. Diminuire le tasse è di destra o di sinistra? E’ giusto e basta ha declamato con enfasi il premier prodigio. In verità di farle pagare a chi evade ne parla assai poco, anzi offre loro ,agli evasori, uno strumento in più con lo sconfinamento di spesa in contante sino ai 3000 euro, la Tasi annullata sarà l’ennesimo regalo ai ricchi ed una mancia per i poveri, avveniristiche poi le promesse di sgravi per gli anni a seguire fondate sul niente (dove sono le coperture?) e sull’aumento del debito pubblico che pagheranno i cittadini (i soliti). Ma sulle tasse aspettiamoci dal fiorentino l’ennesimo gioco delle tre carte. Lui cala ma comuni e regioni crescono l’imposizione fiscale o diminuiscono i servizi. Il loro immediato futuro già ora gramo prevede prelievi o mancati rimborsi per 300milioni e due miliardi in meno alla sanità già tartassata. Dovremo pagare anche esami clinici e medici passati in cavalleria da Renzi come sprechi. In sostanza l’inganno sta in questo: a fine anno io cittadino se faccio i conti tra quello che pago ai Comuni, alla Regione, allo Stato, l’aumento o la soppressione di servizi pago di più, non di meno.

Sì, questa è l’Italia del segno più per gran parte dei cittadini e del meno solo per coloro che già sono privilegiati. Non c’è equivoco che tenga se non si hanno le fette di prosciutto sugli occhi: la politica economica di questo governo è di destra e la si vuole coprire, guarda caso sempre in prossimità di scadenze elettorali (80 euro docet) con mance che i tanti cantori del regime marchieranno di ‘sinistra’. Si lumeggiano 400 euro per chi sta sotto la soglia di povertà (sono 10 milioni di italiani e sono in aumento). Non si intaccano le ragioni di fondo per cui tanta, troppa gente vive tra la miseria e gli stenti quotidiani.
Dove sono gli investimenti pubblici e privati? Neanche in presenza dell’ennesimo episodio che segnala il dissesto idrogeologico del Paese si fa un piano serio di investimenti e si accantierano lavori urgenti. Per avere qualche soldo da elargire a Confindustria e qualche mancia inganna gonzi si svende il patrimonio pubblico (aziende di Stato) si privatizzano (vedi Poste) importanti settori pubblici.
Il Pil cresce? Non nelle buste paga. Qualche decimale in meno sulla disoccupazione? Bene, Ma intanto la qualità del lavoro compresi i ricatti quotidiani su gente sempre più orfana di diritti aumenta. Fa rabbia che di fronte ad un panorama tanto chiaro che tiene assieme politica economica e riforme istituzionali in un unico progetto di indubbia matrice destrorsa quel che resta di una sinistra storica e politica cincischi e farfugli baloccandosi nei distinguo. Bersani, Cuperlo, Fassino, D’Alema i veri padri di Renzi siete voi non Berlusconi e continuate ad alimentare (per qualcuno) l’equivoco che l’attuale Pd (‘la Ditta’) sia l’erede un po’ spregiudicato e discutibile della sinistra italiana. Non è così.

Ascolta il brano intonato
Roberto Vecchioni, La gallina Maddalena

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Paolo Mandini

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