L’OPINIONE
Certezze: pensioni e altri incidenti
Tempo di lettura: 2 minuti
di Massimo Maiarelli
Dove andremo a finire? Domanda ricorrente, le risposte possono essere tante, spesso fantasiose, spesso meditate, poi scopriamo che la realtà supera la fantasia e chi ci governa dimentica regole fondamentali se vogliamo continuare a vivere in un clima di autentica democrazia.
Il riferimento è chiaro. La Corte costituzionale boccia una norma voluta da un governo “tecnico” ed un ministro “tecnico” afferma che prima di assumere certe decisioni sarebbe opportuno capire quale potrebbe essere l’impatto economico-finanziario sui conti dello Stato.
Una autentica follia.
Se si continua su questa strada l’unica certezza che ci rimane è che prima o poi dovremo lasciare questo mondo. Legge uguale per tutti, forse l’unica!
Ma se ci rimane solo questa certezza significa che siamo allo sbando totale. E se si arriva allo sbando totale significa anche che l’anarchia ha preso il sopravvento sulla democrazia.
La Carta costituzionale va rispettata, come vanno rispettate le sentenze della Corte costituzionale, un baluardo sacro ed inviolabile. Le sentenze possono anche essere criticate, non possono essere perfette perché l’Uomo non è perfetto, ma un Ministro non può chiedere di “chiudere un occhio”!
Soprattutto quando sono stati calpestati, sotto il profilo costituzionale, i diritti dei pensionati, categoria debole per definizione, spesso bistrattata e dimenticata. Il riferimento è ovviamente per la maggioranza dei pensionati, a partire da quelli che dovrebbero sopravvivere con la pensione sociale. Non è sicuramente per quelle categorie che hanno potuto beneficiare di leggi “speciali”, accumulando spesso più pensioni “d’oro”, con leggi emanate da loro stessi e sempre ritenute “costituzionali”, utilizzando la “norma” dei cosiddetti “diritti acquisiti”.
I Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, esasperati dalla ricerca di denaro, o hanno perso la bussola, o sono veramente incapaci, visto che non è solo la Corte costituzionale che li boccia, ma anche la Corte di giustizia europea. In pochi giorni due sentenze fanno tremare i nostri conti pubblici. E adesso il governo deve trovare i rimedi, quindi deve trovare dei soldi, deve “inventarsi” qualche altra nuova soluzione, deve tassarci, questa è l’unica certezza.

Sostieni periscopio!
Redazione di Periscopio
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani