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Pensiamo di averle viste tutte, ma poi arriva una nuova inchiesta che scoperchia un vaso di pandora della corruzione ancora più aberrante. Il sistema mafioso e criminale che governava Roma è al di là di ogni immaginazione. Lo schifo e la nausea crescono, ma le reazioni sono le stesse di sempre. C’è un ministro che si giustifica per aver partecipato ad una cena con commensali impresentabili. C’è il segretario del Pd che azzera gli organi dirigenti del partito romano. C’è il commissario designato, Matteo Orfini, che annuncia un repulisti generale e assemblee pubbliche. Ma nessuno risponde ad una domanda che ogni cittadino normale si fa. Come è stato possibile che due personaggi come Salvatore Buzzi e Massimo Carminati diventassero i padroni della politica e degli affari romani? Stiamo parlando di un assassino e di un ex terrorista organico alla famigerata banda della Magliana. Ha ragione Roberto Saviano: “Buzzi e Carminati, in qualsiasi altro Paese condurrebbero la loro vita lavorativa sotto una strettissima sorveglianza, per dimostrare con il loro comportamento che si può uscire diversi dal carcere.” E invece la politica e la Lega delle Cooperative ha concesso loro una fiducia cieca, senza esercitare un doveroso controllo. Questa è la vostra colpa, cari dirigenti della Lega e del Pd. Lo so che la destra è egemone in questa cloaca. Ma mi rivolgo alla mia parte perché è la mia storia che viene infangata, condivisa con milioni di persone oneste e perbene. Accadde anche con lo scandalo della Coop-costruttori più di vent’anni fa: nessuno vedeva, nessuno sapeva, nessuno parlava. E’ sempre più chiaro dove ci ha portato la denigrazione e l’oblio che circondò la denuncia sulla ‘questione morale’ fatta da Enrico Berlinguer nel 1981. E c’è ancora qualcuno che osa offendere con i titoli di giustizialismo e moralismo chi chiede onestà e moralità! Se non c’è uno scatto per cambiare verso. Se l’indignazione non si trasforma in azione politica per spazzare via questo letame, il dato dell’astensione registrato nella nostra regione diventerà nazionale alle prossime elezioni. E allora non varrà dire che è un fatto secondario, perché la tragedia seppellirà con le sue gravi conseguenze queste dichiarazioni sciocche e irresponsabili.

Fiorenzo Baratelli è direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara

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Fiorenzo Baratelli

È direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara. Passioni: filosofia, letteratura, storia e… la ‘bella politica’!


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