L’OPINIONE
Articolo 18,
il vero obiettivo
è l’elettorato di destra
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Cerchiamo di capire. Perché Renzi vuole abolire l’art.18? Perché ha sfidato ogni logica di merito? Ripetiamo l’elenco. Se vuoi allargare i diritti a chi non ne ha, perché toglierli a chi li ha? Se l’art. 18 è solo un totem, perché lo si vuole abbattere? Se l’obbiettivo è riformare e semplificare il funzionamento del mercato del lavoro, perché non ci si concentra su questo? E, soprattutto, perché ricorrere a bugie e silenzi? Le bugie: non sono quarant’anni che non si tocca l’art.18, ma solo due. E cos’è quest’araba fenice delle tutele crescenti? I silenzi: da dove arrivano i quindici miliardi di euro che servono per estendere gli ammortizzatori sociali? Ritorniamo alla domanda: perché questo accanimento? A me pare una sfida con un obiettivo politico. Renzi punta decisamente a fare il pieno dell’elettorato di destra. Ecco perché gli serve una vittoria simbolica. Lo snaturamento del Pd avanza a marce forzate. Tutte le questioni che dovrebbero connotare l’identità di una forza di sinistra democratica e libertaria sono state archiviate: corruzione, evasione fiscale, giustizia, diritti civili. Che fare? Per il popolo di sinistra la via è stretta e piena di macigni. Pesa una memoria tragica di scissioni e rotture. C’è una ‘vecchia guardia’ che viene dal Pci che ha fallito. Non si intravede all’orizzonte un nucleo di nuova classe dirigente alternativa a quella renziana. I tentativi fatti a sinistra del Pd in questi anni sono tutti abortiti. Nel frattempo, però, il contenitore Pd è interamente occupato dai renziani della prima, seconda, terza ora. La minoranza è ridotta a comparsa lamentosa e patetica. Il fallimento delle primarie in Emilia-Romagna fotografa bene lo stallo drammatico in cui ci troviamo: il candidato dell’apparato vince senza convincere; il candidato trattato come ostile al partito sfiora il quaranta per cento dei pochi che hanno votato. Cosa dire? In democrazia niente è irreversibile, e tutto è possibile. Anche che accada un imprevisto positivo. Vedremo…
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Fiorenzo Baratelli
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