Lo spin-off di Unife INCEPTION partecipa a 4CH, la rete europea per il patrimonio culturale
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Da: Ufficio Stampa Unife
Lo spin-off di Unife INCEPTION partecipa a 4CH, la rete europea per il patrimonio culturale
Al via il progetto per la realizzazione del primo Centro di Competenza europeo per la conservazione del patrimonio culturale. Coordinerà una rete multidisciplinare di esperti di 19 partner pubblici e privati distribuiti in 13 paesi dell’Unione Europea
C’è anche INCEPTION, l’azienda nata come spin-off dal progetto europeo INCEPTION del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, alla guida di 4CH (Competence Centre for the Conservation of Cultural Heritage), il nuovo progetto per la creazione del primo Centro di Competenza europeo per la conservazione del patrimonio culturale.
Il progetto 4CH è stato lanciato oggi, 9 febbraio, con un evento online che ha chiamato a raccolta i suoi 19 partner provenienti da 13 Paesi.
Si tratta di una grande rete virtuale distribuita, coordinata dall’Italia con l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e gestita insieme a un partenariato formato da soggetti pubblici, come PIN di Prato (società consortile di servizi didattici e scientifici per l’Università di Firenze), Università di Bologna, Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) a cui si affianca l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del MiBACT, e soggetti privati come, appunto, INCEPTION (spin-off dell’Università di Ferrara)
“Nell’ambito di 4CH l’Università di Ferrara metterà a disposizione i risultati raggiunti dalle ricerche europee nel campo del 3D semantic modelling e in particolare quelli del progetto INCEPTION, coordinato dall’Università di Ferrara che, nel 2020, ha generato l’omonimo spin-off. In linea con gli obiettivi di questo progetto, lo spin-off INCEPTION offrirà competenze specifiche per la modellizzazione 3D e la digitalizzazione del patrimonio architettonico e culturale”, spiega il professor Roberto Di Giulio, direttore di INCEPTION e coordinatore scientifico del progetto lanciato oggi.
4CH metterà a disposizione di aziende e operatori del settore conoscenze, competenze, tecnologie e servizi per la preservazione e la conservazione di opere, monumenti e siti. Il progetto, che è stato finanziato con quasi 3 milioni di euro nell’ambito di Horizon 2020, sarà operativo in tre anni, al termine della prima fase che servirà per costituire l’infrastruttura logistica e gestionale.
In particolare, l’attività di 4CH si articolerà in tre ambiti di lavoro principali: la modellazione digitale in 3D dei monumenti e dei siti, come strumento di documentazione, per l’integrazione delle informazioni sui monumenti; gli strumenti semantici, per archiviare la documentazione attraverso metadati inseriti in modelli semantici progettati per classificare e rendere reperibili i dati a posteriori; le analisi scientifiche, come supporto alla conservazione e al restauro.
“4CH è un progetto ambizioso che grazie a multidisciplinarietà, competenze e tecnologia propone un approccio solido e distribuito per tutelare la ricchezza e la varietà del patrimonio culturale europeo portando innovazione nella tradizione”, sottolinea Francesco Taccetti, ricercatore INFN responsabile europeo del progetto 4CH.
L’obiettivo principale di 4CH sarà preservare il patrimonio culturale europeo, sfruttando le più innovative tecnologie digitali esistenti. Un’alleanza tra arte, scienza e tecnologia, che consentirà di realizzare modelli 3D dei maggiori siti e monumenti europei, integrati con i risultati delle analisi diagnostiche sui materiali, per costituire una documentazione ricca e preziosa, e in continuo aggiornamento. I dati e le informazioni saranno messi a disposizione di esperti di varie discipline, che lavoreranno in modo integrato per monitorare lo stato di salute del nostro patrimonio culturale, valutare i rischi a cui è sottoposto, e definire interventi di restauro o ricostruzione in caso di danno dovuto al naturale degrado o a disastri ambientali.
L’intera infrastruttura di 4CH si baserà su una infrastruttura cloud dei beni culturali per l’archiviazione e la gestione dei dati e sfrutterà un sistema di calcolo ad alte prestazioni (HPC) per elaborazioni complesse, grazie anche all’impiego di intelligenza artificiale. I servizi informatici si inquadrano nel modello federato di cloud europeo di EOSC.
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