Liti da spiaggia a Porto Garibaldi, ma i ‘burocrati’ replicano: “Tuteliamo il parco”
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Accusa la stanchezza di un’attesa che definisce troppo lunga e ormai destinata a finire con un “niente di fatto” Riccardo Boldrini, direttore del campeggio Spiaggia Mare di Porto Garibaldi. Per il camping non ci saranno né investimenti né migliorie. Tutto resterà così com’è, con buona pace della competitività sul mercato turistico internazionale. I motivi, dice, sono tanti. Primo tra tutti la burocrazia: “Abbiamo presentato un progetto sopravvissuto a diverse amministrazioni che non è mai stato protocollato per assenza di informazioni certe – racconta – Anni fa abbiamo acquistato un terreno agricolo, sperando che il Comune recepisse appieno la normativa del 2004 che permette di utilizzare l’appezzamento per costruzioni utili alla nostra attività. Ma non sembra ci sia modo di arrivare a un lieto fine”. L’ammodernamento del camping, sostiene, avrebbe permesso di aggiungere servizi e confort. Un richiamo attraente per chi ama le vacanze ‘all inclusive’ che, senza scomodarsi più di tanto, può trovare ciò che cerca in un campeggio ben attrezzato e organizzato.
“A un certo punto della vicenda è stato licenziato il Piano di stazione parco centro storico di Comacchio a cui dovrebbe ispirarsi la Comacchio del futuro – continua – Si è pensato di creare un comparto unico che, oltre al nostro, comprende i terreni stesi dalla Collinara fino al mare, inclusa la pineta. Si tratta di un grande spazio con proprietari diversi da ripensare e progettare qualora si voglia creare un’azienda turistica”. E ancora: “Gli imprenditori sono coinvolti in prima persona, chiamati a cercare tra loro un accordo per studiare soluzioni da condividere e spendere sul piano turistico – prosegue – In assenza di accordo, l’Amministrazione dovrà occuparsene in modo diretto”. In buona sostanza l’indicazione del Parco punta a un’identità di strutture compatibili con la sua vocazione naturalistica, possibilmente armoniche tra loro e spendibili in campo turistico. Se ne parla dalla primavera del 2013, quando il piano è stato adottato dalla Provincia, che sembrava sul punto di essere sciolta. “In quell’occasione è stato richiesto l’impegno di tutti gli attori coinvolti, ma non ne è uscito nulla – spiega – Noi avremmo dovuto accordarci con i nostri vicini, la società Medusa srl, ma non c’è stata intesa per problemi di natura di valutazione fondiaria tra i privati”.
La storia continua. “In mancanza di un’intesa abbiamo provato a unire i nostri due progetti lasciando separate le proprietà, poi il 31 di marzo siamo stati convocati dai tecnici su richiesta del sindaco Marco Fabbri – spiega – A quel punto ci hanno imposto alcuni paletti, il primo dei quali è l’arretramento del campeggio”. Sospira. “Non se ne comprende il motivo, visto che gli altri nove camping della costa restano al proprio posto – denuncia – Eppure l’articolo del Piano territoriale paesistico regionale è lo stesso per tutti. Per quanto riguarda i fabbricati licenziati dalle autorità competenti prima che la legge li proibisse, e per quelli sanati 6 mesi fa, il problema non si pone, restano lì”. Per Boldrini quello con i tecnici non è stato un meeting tra i più felici. “Hanno convenuto dell’impossibilità di spostare ciò che è autorizzato, ma si sono concentrati sulle case mobili per le quali non c’è necessità di permessi – dice – Se avessimo deciso di spostarle, pensavamo di farlo nel nostro terreno, quello agricolo, ma siamo stati invitati a portarle dal nostro vicino, senza che lui ne fosse informato e senza alcuna proposta di compensazione. Non mi sembra un modo di agire consono alla vicenda”. Una cosa è certa, non ci saranno investimenti. “Il camping resterà così com’è, dispiace perché il nostro progetto non prevede nessun aumento di presenze, nessun correttivo della licenza d’attività. Puntiamo al confort, all’allargamento delle piazzole di sosta e a un appezzamento di terra maggiore intorno a ogni casa mobile – continua – Non è previsto l’utilizzo di altro cemento armato come invece succederà per costruire le infrastrutture necessarie agli altri progetti”. Lo Spiaggia Mare le ha già, così come possiede il know how in campo turistico. “E’ sempre stato il nostro lavoro e continueremo a farlo, non si tratta di un’avventura. Del resto abbiamo sempre investito in un campo che conosciamo e, soprattutto, soldi nostri – conclude – Anche quando il sindaco ha voluto incontrare la proprietà del campeggio Spiaggia Mare per chiedergli di aderire al Contratto di sviluppo, che porta con sé oltre al denaro dei privati quello a fondo perduto dello Stato, ci siamo detti contrari. Non chiediamo nulla se non la possibilità di lavorare”.
“Vorrei essere molto chiaro su un punto: il Contratto di sviluppo non ci vede primi attori, noi non c’entriamo nulla, è un rapporto tra imprenditori e Ministero dello sviluppo economico”, dice il sindaco di Comacchio Marco Fabbri. Se la manovra fa bene a Comacchio, Comune e Provincia, almeno fino a quando quest’ultima non decadrà, accompagneranno la fattibilità del patto di sviluppo: 184 milioni di euro dagli imprenditori privati e una ventina dal Ministero per rifare il look turistico ai lidi. “Per noi ci sono sì le strutture ricettive, carenti come è noto, ma esiste anche l’urgenza primaria della sicurezza idraulica senza la quale non si può crescere – spiega – In ogni caso il contratto resta una cosa tra privati”. E tra privati, specifica il sindaco, è stato l’incontro tra i tecnici e gli imprenditori interessati dal comparto unico. “Sono stati chiamati per sapere se si era raggiunto un accordo tra le proprietà – spiega – Se non c’è, la parte pubblica, tra l’altro proprietaria di una parte della pineta che guarda Scacchi, può promuovere un progetto guida. Che sia stato chiesto l’arretramento del campeggio non mi sorprende, lo specifica il Piano territoriale paesistico regionale al quale non si è mai data attuazione”. E aggiunge. “Non ho visto alcun progetto concreto, nemmeno da parte di Boldrini, quando arriveranno li valuteremo nella commissione consigliare – prosegue – se soddisferanno le esigenze previste per legge non si esclude di trasformare l’area agricola per l’utilizzo richiesto dall’attività di Spiaggia Mare”. La cosa che più preme al sindaco – che stasera (ieri per chi legge) in Commissione consiliare parla di Accordo territoriale del quale il parco è un tassello importante – è mettere i puntini sulle “i” prima dello scioglimento della Provincia previsto per la metà di maggio. “E’ necessario conciliare le leggi sovraordinate prima della scomparsa dell’Ente”, ricorda.
“Bisogna capire che il Piano di stazione deve attuare il Piano paesistico territoriale con riflessioni unitarie adatte a dare risposte adeguate a un ambiente da tutelare e valorizzare – dice Lucilla Previati direttore del Parco – Il camping Spiaggia Mare è dentro il Parco e deve rispettare regole diverse da chi non ne fa parte, in ogni caso l’arretramento programmato è la via da percorrere, perché è normativamente prevista”. Nessun via d’uscita? “Se il camping presenta un progetto di spostamento programmato di ospitalità turistica in linea con l’anima del Parco – spiega – potrebbe trovare la sua collocazione nella area agricola di sua proprietà”. Liberare il fronte dell’acqua dalle costruzioni leggere, ricorda il direttore, significa rigenerare il paesaggio, dare alla sabbia la possibilità di formare le dune con la complicità del vento e aumentare la qualità dell’ospitalità.
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Monica Forti
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