Skip to main content

‘Focus Japan’ è una serie di proposte che da ottobre a dicembre consentirà di approfondire vari aspetti della cultura nipponica. L’idea si è sviluppata attorno alla programmazione del Festival di danza contemporanea del Teatro Comunale Claudio Abbado, che quest’anno ha scelto di ospitare tra gli altri ben tre coreografi giapponesi. Agli appuntamenti di danza, si sono poi affiancate tutta una serie di attività collaterali realizzate grazie alla collaborazione con le realtà culturali ed economiche del territorio. Ci saranno incontri di approfondimento sulla storia e la letteratura nipponica, realizzati in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea e con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, alcune proiezioni cinematografiche al Ridotto del Teatro, e poi iniziative legate all’arte del tè, coordinate da You and Tea di via De Romei.

gisberto-morselli
Gisberto Morselli

Il programma [vedi] ci sembra molto ricco e interessante, e ci incuriosisce capire come sia nata l’idea di questo intenso autunno giapponese. Abbiamo intervistato Gisberto Morselli, già direttore artistico del Teatro Comunale di Ferrara, ora consulente per il Festival della danza contemporanea, e che è la mente e l’anima del progetto.

Quali sono le ragioni della scelta di invitare ben tre coreografi giapponesi per il Festival di danza contemporanea del Teatro Comunale? E come nasce l’idea di Focus Japan?
“L’idea si è formata spontaneamente, nel tempo, ed è nata prima di tutto attraverso le relazioni con i coreografi Saburo Teshigawara e Sayoko Onishi.
Saburo Teshigawara è un ospite assiduo ormai, nel senso che questa è la quarta o quinta volta che si esibisce a Ferrara, la prima produzione presentata nel nostro Teatro risale infatti al 2001. E’ un artista che conosciamo e apprezziamo moltissimo, e con il quale si è creata una sorta di collaborazione che ha inciso nella produzione e nel programma del Teatro. Con Landscape quest’anno realizziamo infatti un’idea che ci piaceva da tempo, ovvero affiancare un musicista italiano alla coreografia di Teshigawara e Rihoko Sato, sua compagna artistica e di vita. La scelta è caduta su Francesco Tristano, giovane compositore virtuoso e bizzarro, il cui repertorio spazia da Johann Sebastian Bach a John Cage, e che suonerà in scena tre brani originali, composti appositamente per la coreografia.
Sayoko Onishi, invece, l’ho conosciuta ad una Giornata della danza qualche anno fa a Parma, eseguiva un assolo. Onishi è una grande interprete della danza butoh, una delle più interessanti espressioni di teatro danza contemporanea, che nasce in Giappone dopo la seconda guerra mondiale, in contrapposizione alla tendente occidentalizzanti che si erano diffuse nel panorama culturale giapponese. Il butoh richiede autenticità, professa il ritorno alle origini e l’esternazione del proprio più autentico modo di sentire; non è quindi una tecnica, ma una relazione profonda tra il corpo e la natura. Trovo il suo lavoro molto interessante, per questo come Teatro Comunale le abbiamo chiesto di creare una performance su una figura molto controversa della seconda metà del Novecento come quella di Yukio Mishima, scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese, uno dei pochi autori giapponesi a riscuotere immediato successo anche all’estero.
Il terzo coreografo, Ushio Amagatsu è capitato in seguito, un po’ per caso, un po’ per volontà. Diciamo che abbiamo saputo della tournée europea di Amagatsu, uno dei massimi esponenti della seconda generazione di danzatori butoh, e a quel punto si presentava interessante l’ipotesi di offrire allo spettatore uno spaccato più ampio sulla danza giapponese contemporanea. Amagatsu andrà in scena con lo spettacolo Utsushi, unica data italiana della tournée 2014-1015.”

E’ stato così, con la scelta di presentare tre coreografi giapponesi nella rassegna della Danza contemporanea, che è nata l’dea del Focus?
“Sì, una volta definita la programmazione, ci siamo accorti che questa scelta poteva rappresentare un’occasione per approfondire aspetti specifici della cultura nipponica. Abbiamo quindi coinvolto diverse realtà culturali della città, la Biblioteca Ariostea, gli Amici della Biblioteca Ariostea, l’Istituto di Storia Contemporanea, grazie alla cui preziosa collaborazione abbiamo messo insieme un ricco programma di incontri e conversazioni curati da critici ed esperti della danza contemporanea, della letteratura, di storia e cultura giapponese.
Per ampliare ulteriormente gli orizzonti e intrecciare legami con le attività cittadine, abbiamo coinvolto anche il negozio di tè You & Tea di via De Romei, che introdurrà Focus Japan offrendo al pubblico dello spettacolo di Teshigawara una degustazione di tè giapponesi, e ospitando presso i suoi locali altre iniziative legate alle arti giapponesi, come i fumetti e i tatuaggi, grazie alla collaborazione con Kappalab edizioni (Bologna) e con “Pace e Inchiostro” tattoo studio di Ferrara.”

Lo stesso approfondimento si sarebbe potuto fare anche rispetto ad altri generi di danza e altre culture, e immagino che di relazioni e rapporti di collaborazione con grandi artisti lei ne abbia tessuti tanti nei trent’anni in cui è stato direttore artistico del Comunale. Perché questo forte interesse per il Giappone?
“Era il momento di farlo perché, oltre a Teshigawara, avevamo ospitato solo Kazuo Ohno nel 1997, quando era già ultraottantenne, dopodiché non c’era più stato una spazio dedicato al Giappone.”

Saburo Teshigawara è decisamente il più “occidentale” dei tre, per genere e stile, e rappresenta forse la sintesi più riuscita tra le due culture coreutiche, giapponese e occidentale. E’ un po’ una figura “ponte”. Il fatto di presentarlo come primo appuntamento dei tre giapponesi, dopo l’inaugurazione del Festival con Wim Vandekeybus, può essere letto in questo senso?
“Teshigawara ha uno stile personale inconfondibile e la sua danza rappresenta una fusione tra la chiara matrice giapponese e la danza postmoderna: Saburo riesce a coniugare la leggerezza e l’intensità tipiche del Giappone, con la rapidità, le accelerazioni e le sperimentazioni della post modern (la post modern dance nasce negli anni ’70 negli ambienti dell’avanguardia newyorkese, con Merce Cunningham, Trisha Brown e molti altri). Quindi in un certo senso sì, Teshigawara può rappresentare il passaggio logico tra Wim Vandekeybus e la danza butoh di Sayoko Onishi e Ushio Amagatsu, decisamente più legati all’esperienza giapponese.”

Programma della Stagione della danza 2014-2015 [vedi]
Calendario degli eventi di Focus Japan [vedi]

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it