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di Antonio Bottaro

“La teoria non impedisce ai fatti di verificarsi” (Sigmund Freud)

Il portato innovativo delle teorie che sono alla base della comprensione del funzionamento dei processi biologici, caratterizzati dalle spiccate ed originali doti di auto-organizzazione della materia vivente, stanno faticosamente incontrando un sempre maggior riconoscimento scientifico a livello internazionale. Numerosi sono, oggi, i team di ricerca che si cimentano con il tema della complessità, che operano nel contesto teorico proprio della dinamica dei sistemi aperti, non lineari, in situazioni di non-equilibrio, tempo irreversibili: è questo, infatti, il contesto teorico che definisce sia i processi vitali, ma anche ovviamente, lo stato di disequilibrio che noi chiamiamo comunemente ‘malattia’. I primi modelli descritti dal Nobel Ilya Prigogine, nello specifico contesto dei sistemi di natura chimico-biologica, hanno evidenziato il nuovo ruolo che assume la variabile tempo (biforcazioni che si risolvono in maniera probabilistica determinando irreversibilità temporale), la comparsa di attrattori e di strutture dissipative, che, lette alla luce dell’approfondimento sul comportamento dei domini di coerenza dell’acqua, nello specifico contesto delle Quantum Electro Dynamical (Qed) interactions (professori G. Preparata ed E. Del Giudice) hanno tracciato la strada che porta verso una maggiore comprensione della realtà vista nel rispetto della dovuta complessità scientifica. E’ interessante sottolineare come, questo tipo di ricercatori, non è stato spronato dal fuoco sacro della scoperta di fenomeni o di proprietà sconosciute, bensì hanno dedicato le proprie energie intellettuali, con rigorosa caparbietà, al tentativo di spiegare fenomenologie, protocolli e metodiche che, palesemente funzionanti e sistematicamente osservabili, sfuggono alla comprensione scientifica classica (questo definisce bene il dominio della complessità). A tal proposito viene proprio bene citare la frase di Sigmund Freud: “La teoria non impedisce ai fatti di verificarsi”.
Riassumiamo alcune delle domande che questa scuola di pensiero si è posta:
•Si sono domandati il perché una data molecola, quando posta in un contesto di chimica industriale, si accoppia ‘posizionalmente’ con tutte le particelle con le quali si trova ad essere in ‘contatto’ dando luogo ai diversi possibili composti chimici mentre, nei sistemi auto-organizzati, ciascuna molecola si accoppia solo con chi è ‘stabilito’ che si debba accoppiare non dando luogo a tutta una serie di composti, peraltro indesiderati, che dovrebbero invece aver luogo ragionando sulla sola base della ‘posizione’ e/o della vicinanza reciproca
•Come mai, anche se il 99% delle molecole del nostro corpo è assimilabile ad acqua, la maggior parte dell’attenzione scientifica viene dedicata all’1% di soluto in essa presente? (questa considerazione ha portato ad importanti approfondimenti, nel campo della meccanica quantistica, sul tema delle proprietà dei domini di coerenza dell’acqua)
•Come si spiegano i riflessi delle diluizioni omeopatiche o le specificità dell’acqua informata che hanno dimostrato chiari e ripetibili comportamenti in termini di variazione di parametri quali la conducibilità elettrica o il calore di diluizione (professor V.Elia)
• Come si spiegano le inconfutabili positive influenze dei campi elettromagnetici deboli ( es. esperimenti di ionorisonanza ciclotronica di Liboff, LLLT – Low Level Laser Technology…)
•Il ruolo del fenomeno della risonanza elettro-magnetica in relazione alle frequenze (segnali bioelettronici)
•La crescente importanza che sta assumendo il concetto di ‘informazione’ nei sistemi vitali (esperimenti del Nobel Luc Montagnier)

Per chi proviene dal mondo dei dispositivi elettronici appare irragionevole la vera e propria ‘guerra’ di posizione che si registra ogni qual volta si tratti di omeopatia che appare a dir poco preconcetta. Bastano poche nozioni di Elettronica per non stupirsi della facilità di ottenere grandi amplificazioni a fronte di insignificanti modificazioni a livello atomico: il dispositivo denominato transistor è un esempio illuminante. Il gioco di modificazione atomica, detto ‘drogaggio’ del semiconduttore, viene effettuato attraverso l’inserimento di poche parti*milione e consente l’ottenimento di amplificazioni di segnale di diversi ordini di grandezza (la dimostrazione pratica è sotto gli occhi di tutti, basta confrontare il debole segnale (ronzio) che proviene dalla testina di un giradischi vintage (riproduttore di vinili) rispetto all’uscita del suono proveniente dalle casse del sistema HiFi). Lo stesso manifestarsi del fenomeno denominato effetto ‘tunnel’, dovuto allo studio di ‘scarti di produzione’ di semiconduttori che presentavano un comportamento anomalo, non causò, nel mondo dell’elettronica, particolare sconcerto ( fu invece l’occasione per studiare, e comprendere il ‘come’ potevano manifestarsi passaggi di cariche elettriche ad energie per le quali non si sarebbero dovuti osservare). Venne accettata l’evidenza scientifica che fu debitamente studiata. Il tutto dette luogo alla produzione di specifici dispositivi che sfruttano utilmente l’ormai compreso effetto tunnel. Il concetto di analogia tanto caro alla teoria dei Sistemi (qui non posso esimermi dal ricordare il Prof. A.Ruberti), è un paradigma fondante della Teoria dei Sistemi, ed un analogo effetto tunnel è presente in alcuni comportamenti di elezione propri dei processi vitali ( è la chiave di comprensione del perché alcune sostanze attraversano la membrana cellulare in senso opposto ai gradienti di concentrazione). Ora, chi osserva l’approccio bioelettronico alla malattia, conosce bene la qualità della diagnosi (peraltro rigorosamente non invasiva), la velocità della risposta del paziente alla cura, ed il come queste metodiche inducano una sostanziale velocizzazione dei naturali processi omeopatici. Il fatto di ricadere in un contesto scientifico estremamente complesso, non dovrebbe autorizzare comportamenti denigratori volti alla minimizzazione dei risultati ottenuti, bensì dovrebbe spronare la Ricerca sulla strada della comprensione della realtà, ancorché complessa (rifuggendo da facili e nocive derive new age). Va sottolineato come la dimostrazione scientifica sia particolarmente difficile perché si opera in contesti fortemente ‘personalizzati’. Uno dei maggiori punti di forza quale la qualità’ dell’approccio personalizzato, diventa paradossalmente un punto di debolezza per la ripetibilità scientifica dei risultati in contesti generalizzati. Dal punto di vista scientifico il problema è riassumibile nel fatto di operare su scale di ‘granularità’ diverse della realtà. La bioelettronica appare come un approccio molto più sottile rispetto alla grana grossa della farmacopea tradizionale. Chi opera con i campi elettromagnetici deboli e con le frequenze di risonanza ‘confeziona’ una sollecitazione da trasmettere al sistema ‘persona+malattia+ambiente’ che vale solo per quello specifico paziente che presenta quel determinato stato di malattia (sistema dinamico in disequilibrio), in quel momento (irreversibile), rispetto all’ambiente in cui vive (sistema aperto con scambio di materia).
Sarebbe auspicabile abbandonare visioni preconcette accettando questa ‘incompatibilità’ tra approcci che contemplano una risoluzione (grana) diversa della realtà concentrando gli sforzi nella Ricerca applicata rivolta al dominio della Complessità ed alla specifica comprensione dei sistemi vitali. Su questa strada ci si può orientare partendo dai risultati conseguiti nella pratica di protocolli che stanno dimostrando di risolvere diverse classi di disequilibrio indotte dalla ormai degenerata qualità dell’ambiente (intolleranze alimentari, inquinamento da metalli pesanti, inquinamento elettromagnetico…).

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Redazione di Periscopio



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