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Nel tentativo di scegliere la notizia più offensiva apparsa sulla stampa nell’ultima settimana – e mi riferisco non alla più tragica ma a quella che maggiormente offende l’intelligenza umana e i suoi valori – certamente la peggiore risulta quella messa in atto da Farage e dai suoi seguaci che al momento della esecuzione dell’Inno alla gioia di Beethoven sul testo di Schiller eseguito nel parlamento europeo deliberatamente voltano le spalle ai musicisti non seguiti, per fortuna, in questo miserabile gesto dai deputati 5 stelle loro alleati. Ma a questa plateale e volgare affermazione di antieuropeismo risponde twittando furibondamente Grillo “Farage ha fatto bene a voltare le spalle quando c’era l’inno alla Gioia. L’inno della Gioia non è della gioia più per nessuno. Lo ha usato Hitler e lo ha usato Mao, lo hanno i usato i più grandi dittatori, i più grandi killer della storia”

Di fronte a questa dichiarazione così intellettualmente rozza mi sono sentito di postare su facebook questo commento: “Che un ometto semi nazista volti le spalle ad una delle più sublimi espressioni dell’intelletto umano, vale a dire l’Inno alla Gioia di Schiller musicato da Beethoven è già la riprova di cosa possa produrre il pensiero malato. Ma che il buffone genovese con la sua capigliatura da sciuretta lo segua con la sua vocetta isterica questa è un’umiliazione che l’Italia non si merita. Che vergogna, che pena, che schifezza!!!”. Lo ammetto, un po’ forte ma l’affermazione grillesca mi pareva degna di una ferma e chiara risposta. Apriti cielo! I commenti pentastellati arrivano a una straordinaria affermazione: “Tu sei il nulla!” che accetto di cuore pensando come mi fa osservare una cara amica fiorentina che ammesso che noi siamo il nulla, Beethoven è il tutto.
Inoltre l’assodata ignoranza del suddetto G. con la sua affermazione della scelta dei dittatori per questo altissimo momento musicale è esattamente la copia della scelta nazista di usare Wagner per la propria ideologia: come se Wagner o Beethoven fossero responsabili dell’ignoranza e follia umana (e politica) La strumentalizzazione del mito (e si pensi a Verdi e al suo impatto nel Risorgimento italiano e l’uso che si fa oggi di Va pensiero fruito da una forza politica che disconosce il processo dell’unità italiana insegna). Rozze dichiarazioni che sensibilizzano un certo tipo di elettori attratti da plateali affermazione eversive chiaramente riconoscibile nel vaffa… di triste memoria. Sono rispettoso di ogni scelta politica che non si appoggi alla violenza anche quella verbale e sono convinto che i molti milioni che hanno votato 5 stelle lo abbiano fatto convinti di rimediare un andazzo politico ormai infilatosi in un cul de sac senza fondo. Ma non si può rimanere indifferenti allo stravolgimento dei valori culturali e intellettuali su cui si fonda la civiltà dell’Occidente. E incolpare Beethoven perché la sua musica è stata oggetto di scelte dittatoriali mi sembra non combaci nemmeno con il concetto di Storia. Forse mister G. così liberal si dimentica che la musica e l’arte in genere fioriscono là dove la libertà politica è assente. Una tesi talmente vecchia che non avrebbe bisogno di commenti se non fosse la pervicace strumentalizzazione che il Capo fa di ogni aspetto della cultura a cui non sembra particolarmente sensibile.

A proposito al suo seguace che mi ha detto che sono il nulla va detto che esiste una scienza che studia la letteratura e l’arte del nulla. Quindi mi ha reso orgoglioso di essere annoverato tra gli esperti di questa difficile materia.

E per finire tutta questa assurda levata di scudi contro il Genio è proprio il nulla.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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