Anche a voi capita di cercare nella natura o nell’arte conforto, di provare gioia nell’osservarne la bellezza? Secondo il poeta John Keats, il cuore della poesia sta proprio nell’immedesimazione con la realtà che si va a descrivere. Chiama questa capacità negative capability, ovvero il potere di rinnegare la propria persona per identificarsi nell’oggetto contemplato. Il tutto cercando di annullare il proprio approccio critico/scientifico, e in generale la propria razionalità, per aprirsi ad un’esperienza dettata dai sensi. Il poeta riceve impulsi da un mondo pieno di mistero e di dubbi, che non può spiegare ma che può tradurre in arte.
La nozione di negative capability richiama la filosofia del Satori, una pratica del Buddismo Zen che indica l’esperienza del risveglio in senso spirituale, nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che si “rende conto” e l’oggetto dell’osservazione.
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Vittoria Barolo
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