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La nostra città è verde, parchi, viali alberati, giardini, giardinetti, siepi, fiorai. Il sotto mura.
Dietro agli antichi portoni imponenti spesso si nascondono curiosi giardini segreti, spazi amorevolmente coltivati e curati da altrettanto amorevoli mani. Nei giardinetti di ogni quartiere sbucano aiuole profumate, che decorano ogni pensiero. Le mura lussureggiano, i rami degli alberi applaudono. I pensieri corrono all’infanzia, quando si passeggiava o si correva per i vialetti del parco Massari o quando si andava, la domenica, a comprare i fiori per la mamma. Spesso i soldi della cosiddetta sabatina (o sabadina, per altri) non bastavano a comprare mazzi fioriti importanti. Allora si raccoglieva qualche rosa o margherita nei giardini oppure si confezionava un piccolo vaso cui si colorava la base. Se si era in campagna, da qualche amichetto, la scelta poteva cadere sui papaveri. Se si aveva più tempo, poi, s’iniziava qualche mese prima e, fin dall’estate in montagna, si raccoglievano fiori che finivano pressati in quaderni o in albi-raccoglitori rudimentali. La gioia di mamme, nonne e zie era presentata come grande e autentica. Che sorpresa! Mai avremmo immaginato che i nostri lavoretti, fatti con tanto amore e cura, avrebbero alimentato scatole e scaffali di granai e ripostigli. Quei fiori erano per noi un regalo infinito, un dono immaginato con il cuore, una creazione che, da sola, poteva adornare le tavole e illuminare i pensieri invernali spenti e sbiaditi. In primavera cercavamo ancora i colori. Sempre quelli, ma anche di nuovi, con lo stesso entusiasmo e la stessa cura. Felici.
Nelle esposizioni floreali cittadine, ho recentemente rivisto quell’energia, quei colori, quella voglia di dare e di portare allegria. Ferrara è fiorita, oggi, lo è nei suoi giardini e nelle sue vetrine di fiori, nelle sue mostre e nelle sue strade. Ma possiamo fare meglio. Aggiungiamo, allora vasi di fiori, ovunque, in ogni angolo, spargiamoli come riso sul sagrato di una chiesa. Distribuiamo colori vivaci e petali per le strade. Perché un giardino segreto può essere anche, semplicemente, in un piccolo vaso. Ora come allora.

Fotografie di Simonetta Sandri, dalla manifestazione Giardini Estensi

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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