In pochi giorni la proposta culturale e turistica di Ferrara si arricchisce di due esposizioni che puntano entrambe sulla valorizzazione del patrimonio permanente della città e sulla collaborazione fra istituzioni pubbliche e private, locali e nazionali. Dopo quella alla Pinacoteca Nazionale sulle opere di Bastianino provenienti dalla chiesa di San Domenico [vedi], giovedì 18 dicembre alle 18 al Meis-Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah aprirà “Torah fonte di vita. La collezione del Museo Ebraico della Comunità di Ferrara”.
Anche “Torah fonte di vita” è un buon esempio di collaborazione fra enti diversi, in questo caso fra il Comune di Ferrara e Ferrara Arte, il Meis, il Mibact e la Comunità ebraica ferrarese. Qui fortunatamente non si tratta di un salvataggio, ma si può parlare di una rinnovata possibilità di fruizione: saranno infatti messi nuovamente a disposizione dei cittadini ferraresi e dei turisti una settantina fra oggetti e arredi della collezione del Museo Ebraico di Ferrara di via Mazzini, fortemente danneggiato dal terremoto del 2012 e da allora rimasto chiuso al pubblico. Tuttavia, ha voluto sottolineare Massimo Maisto nella duplice veste di assessore alla Cultura del Comune di Ferrara e consigliere del Meis, “non si tratta di un semplice trasloco”, ma di un “passo in più in termini di credibilità” per il progetto del museo nazionale che dovrà sorgere a Ferrara. Gli oggetti esposti saranno sottoposti a operazioni di pulizia e restauro a cura della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna e diverranno oggetto di ricerca, confermando così l’intenzione di fare del Meis non solo uno spazio espositivo, ma un centro di studio sulla storia e la memoria dell’ebraismo nazionale italiano.
Non ha caso ho scritto fruizione ‘rinnovata’, perché l’allestimento sarà diverso da quello visibile in via Mazzini per due motivi. Il primo è che questa collezione ha la particolarità di non essere composta da oggetti di provenienza ferrarese, a causa delle razzie e delle distruzioni avvenute durante la Seconda guerra mondiale: in mostra vedremo quindi arredi della comunità di Cento e manufatti donati alla comunità nel dopoguerra da privati. Il secondo è frutto della consapevolezza della specificità del Meis nel panorama museale italiano e della volontà di comunicarla ai visitatori: come ha giustamente evidenziato la curatrice Sharon Reichel, da circa un anno componente dello staff del museo, questo sarà il primo museo statale italiano a narrare la storia della minoranza ebraica, che nonostante il ruolo avuto nella storia del nostro paese è rimasta a lungo – e forse per certi versi rimane ancora oggi – una città nella città.
Il percorso si snoda su tre sale espositive, in cui si avvicendano i diversi momenti in cui il singolo viene a contatto con la Torah: dalla fruizione collettiva in sinagoga e nella comunità al rito pubblico e privato illustrato dagli oggetti cerimoniali realizzati a partire dal XVII secolo il cui uso è collegato al Pentateuco, al ciclo della vita e alle feste. Nell’ultima sala, che comprende una prima edizione autografata del libro “Una città di pianura” di Giacomo Marchi, pseudonimo di Giorgio Bassani, è allestito uno spazio in cui il pubblico stesso è invitato a interagire ponendo domande.
Dopo le mostre temporanee in occasione della Festa del Libro Ebraico e quella “Ebrei a Ferrara Ebrei di Ferrara” (3 ottobre 2013-6 gennaio 2014), “Torah fonte di vita” è la prima esposizione ad avere una durata annuale (fino a dicembre 2015) e con ingresso a pagamento (intero: 4 euro; gratuito fino a 18 anni): una scommessa fatta “senza l’ansia di dover fare numeri esorbitanti – ha affermato Maisto – ma per testare la risposta del pubblico” ferrarese e non solo.
Per ulteriori informazioni vedi il sito del Meis-Museo Nazionale dell’ebraismo e della Shoah
Sostieni periscopio!
Federica Pezzoli
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it