Nella Primavera, dipinta da Sandro Botticelli nel 1478, al centro c’è una figura femminile, che domina la composizione: è una dama elegantissima, vestita di bianco, con un velo trasparente in testa, ornata di gioielli e ricami in oro, un mantello drappeggiato e sandali d’oro.
Ora, che cosa accadrebbe se, toccando il famoso quadro del ’400, con l’aiuto di un facilitatore esperto e di una voce narrante, la Primavera per una volta potessimo essere noi? O perché no, Cupido che svolazza sopra di lei, o una delle Grazie danzanti o, ancora, Mercurio, il bel ragazzo con il mantello rosso, la spada, l’elmo e i calzari?
Per scoprirlo l’occasione c’è: è lo spettacolo di improvvisazione teatrale esoterica “Parola all’arte. La Primavera di Botticelli” condotto da William Giangiordano, straordinario formatore e comunicatore con una laurea in Storia dell’Arte, e Francesca Ragusa, archeologa e direttrice della Università della terza età di Asti (Utea), dove è la prima docente di esoterismo in Italia. Lo spettacolo va in scena mercoledì 18 marzo alle ore 20.30 presso l’Associazione La Rosa dei Venti (via delle Armi 5/A), Mulino Parisio a Bologna.
Noi abbiamo intervistato Francesca Ragusa, che ci guida alla scoperta dell’evento.
Come nasce l’idea dello spettacolo?
L’idea nasce dall’eclettismo, ovvero dal desiderio di unire più campi di studio, avendo come denominatore comune l’Arte. Il primo è quello della comunicazione umana verbale e non verbale, con un’attenzione particolare agli aspetti umani ed emozionali. Il secondo è lo studio del teatro greco nel suo aspetto e potere catartico: attraverso la messa in scena dei personaggi del quadro non solo si mettono a fuoco emozioni, drammi e aspetti interiori ma si tracciano anche possibili percorsi di vita legati a scelte e comportamenti attivati al momento. Per ultimo c’è il contributo della fisica quantistica, in base alla quale siamo tutti connessi e quindi, connettendoci a un’opera d’arte, possiamo sperimentare sempre nuove vie di comunicazione e condivisione di esperienze.
In pratica che cosa avviene sulla scena?
L’aspetto più sorprendente è proprio che è impossibile rispondere a questa domanda. La tecnica del Role Play artistico è un lievito magico che di volta in volta, spettacolo dopo spettacolo, crea rappresentazioni sempre nuove e diverse. Mi spiego meglio. Nella rappresentazione io tengo le fila della narrazione, leggendo e orchestrando il canovaccio, la cornice entro la quale si svolge l’azione scenica. In pratica sono la voce narrante che segue un copione di ispirazione. William, il nostro comunicatore e facilitatore, il nostro “big boy”, recluta i vari personaggi dal pubblico chiedendo chi voglia liberamente interpretare una parte piuttosto che un’altra. Gli attori scelti tra il pubblico attraverso il contatto con l’opera d’arte si immedesimano nei vari personaggi e li interpretano nel loro modo unico e irripetibile, esprimendo il loro vissuto, le loro emozioni, la loro sensibilità. E dall’interazione tra i vari personaggi nascono dinamiche, percorsi, una trama che sarà ogni volta diversa, originale, autenticamente umana. Un modo semplice ed efficace per evidenziare gli ambiti di miglioramento, propensioni e capacità delle persone. E scoprire sempre nuovi aspetti dell’essere uomini.
Perché avete scelto proprio la Primavera del Botticelli?
Come tutti sappiamo il 21 marzo è la data ufficiale dell’inizio della primavera. Noi abbiamo voluto celebrare questo evento essoterico, questa contingenza temporale “esterna”, comune e che tutti possono vedere, con un evento esoterico, che faciliti l’esplorazione dell’interiorità, dell’invisibile, di ciò che è dentro di noi e che rimane spesso latente e inespresso. Così come abbiamo fatto con tanti altri spettacoli che stiamo replicando in giro per l’Italia come associazione Immaginati. Il calendario delle attività sarà presto visibile sul sito www.immaginati.eu, ora in fase di restyling e implementazione.
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Chiara Bolognini
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