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2. SEGUE – “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”. Forse è racchiuso in queste poche parole di Oscar Wilde il motivo per cui, ogni anno, centinaia di persone si travestono, si aggirano per le vie di Venezia e, senza dire una parola, si mettono in posa e si lasciano ammirare da chi si ferma a guardarle affascinato. L’aspetto che più colpisce di questo carnevale unico al mondo sono i suoi protagonisti: non bambini o ragazzi, bensì adulti vestiti con abiti mozzafiato.
La famosissima festa mascherata veneziana è stata per me una gran bella esperienza durante la quale la città si è tinta di mille colori e ha accolto persone provenienti da ogni parte del mondo: gruppi di amici, famiglie e coppie di innamorati si sono recati a Venezia sia per assistere, sia per partecipare a questo ricco evento. Dal 31 gennaio al 17 febbraio la città ha preso vita tanto di giorno quanto di notte. In ciascuna giornata dedicata al carnevale, ad ogni ora e in tantissimi luoghi diversi (cinema, piazze, musei, teatri) si sono tenuti spettacoli, eventi e feste per intrattenere persone di ogni età.
Una delle esperienze più originali che ho vissuto è stata “Women in Love – Ovvero le donne di Shakespeare”, uno spettacolo itinerante, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto, che si è tenuto in parte a Ca’ Rezzonico, in parte al Palazzo Mocenigo. Il titolo si riferisce alle varie donne protagoniste delle opere del grande poeta; le attrici recitano testi scritti dal regista e autore di teatro Giuseppe Emiliani e, solo in parte, tratti dai capolavori originali. Ho assistito alle performance di Marta Paola Richeldi nei panni di Lady Macbeth e di Margherita Mannino, calata nella parte di Jessica, la figlia di Shylock de “Il mercante di Venezia”. La recitazione, alternata alla musica di un giovane con la fisarmonica e unita alla visita al Palazzo del ‘700 veneziano, ha dato vita ad un’esperienza visionaria, sospesa tra realtà ed immaginazione. Le giovani attrici, vestite e truccate da scena, hanno recitato nelle lussuosissime sale del Palazzo, ad un metro dagli spettatori. Un’esperienza estremamente suggestiva che, grazie alla totale assenza della quarta parete, ha coinvolto ed emozionato i presenti.


Il cuore del carnevale è stato sicuramente il Gran Teatro di Piazza San Marco dove è avvenuta la qualificazione per la finale del Concorso per la maschera più bella. Il carnevale di quest’anno è stato definito “la festa più golosa del mondo” proprio perchè dedicato al cibo made in Italy. Tutti i presentatori erano infatti vestiti da cuochi e, sullo sfondo, dei maxi schermi mostravano il logo dell’Expo, per segnalare il collegamento tra questi due eventi unici. Sul palco le maschere hanno sfilato mostrando i costumi più stravaganti: da quelli dedicati alle diverse epoche storiche, a quelli legati alla mitologia; alcuni relativi al mondo delle fiabe ed altri personificazione di concetti astratti come “l’oscurità” o la “golosità”, fino a quelli più creativi ed originali come “le arti in maschera” e “la regina del mare”. Ma i più originali sono stati quelli che hanno aderito al tema di quest’anno, l’alimentazione appunto. Hanno sfilato singole persone, coppie e gruppi di gente provenienti da ogni regione d’Italia e da diverse nazioni d’Europa, portando sulla scena costumi dai titoli bizzarri, come “Il re e la regina della cucina”, “Gateau papillon” e i “Baci di Dama”. Sia il primo che il secondo lotto di maschere, ciascuno composto da 12 concorrenti, sono stati seguiti dalle votazioni del pubblico seduto nel parterre del teatro che ha selezionato i finalisti. Dopo la prima sfilata si è tenuta l’esibizione di un’acrobata irlandese, mentre dopo la seconda gli spettatori hanno potuto assistere alle coreografie del “Nagasaki swing team”. La mattinata di sabato 14 si è conclusa con un flash mob dedicato alla festa di San Valentino: dopo il countdown dei presentatori la piazza si è colorata di centinaia di palloncini rossi che hanno preso il volo.
La finale del concorso si è tenuta domenica 15 febbraio con la premiazione per categorie: la maschera più originale è stata vinta da “Monsieur Sofà e Coco Chanel”; la maschera più a tema da “La cucina veneziana di Vicenza in costumi del Settecento”, ma il vincitore assoluto della maschera più bella del carnevale 2015 se lo è aggiudicato un trio tedesco travestito da “Marte, Venere e Cupido” a cui è stato consegnato il premio offerto dalla Promovetro, un consorzio nato per la promozione del vetro artistico di Murano.
Anche le notti a Venezia sono state magiche. Lo spettacolo all’Arsenale è stato riproposto ogni sera, a partire dalle ore 19 con l’animazione della compagnia Nu’Art, lungo la “riva delle meraviglie”. In seguito è stato riprodotto un video che ha racontato la storia del “baccalà” e di come questo pesce è arrivato a Venezia (le immagini sono state proiettate sulla torretta che in passato serviva per l’avvistamento delle navi). Sucessivamente, sull’acqua e in cielo, sono esplosi fuochi d’artificio sensazionali, uniti a lingue di fuoco e raggi di luce di tutti i colori. Uno spettacolo suggestivo ed ancora più emozionante perchè l’esperienza visiva andava a ritmo di musica, seguendo i crescendo e i diminuendo delle note di Ludovico Einaudi e Klaus Badelt.
Ai fuochi d’artificio è seguito uno spettacolo aereo e verticale all’interno dei magazzini. Si sono esibiti tre ragazzi e tre giovani donne in acrobazie circensi, volteggiando in aria con il solo supporto di corde elastiche. Ogni serata si è conclusa con l’Arsenale Carnival Experience, un’occasione per i ragazzi di ballare sulla musica di famosi dj, fino a notte fonda.
Domenica un altro evento ha riunito migliaia di persone a Piazza San Marco: il “Volo dell’Aquila”, interpretato da Giusy Versace. Tra la folla si sussurava quanto fosse ardita e coraggiosa l’atleta paralimpica italiana che ha emozionato il pubblico volando dal campanile al palco del Gran Teatro sulle note di “Because you loved me” di Celine Dion.
Il carnevale è terminato martedì con la proclamazione della Maria 2015, Irene Rizzi, e il “Volo del Leon” accompagnato dall’inno di San Marco, a simboleggiare la chiusura del carnevale.
Oltre a questi grossi eventi a cui ha partcipato un elevatissimo numero di persone, il carnevale di Venezia ha offerto concerti, esibizioni teatrali per adulti e bambini, seminari, spettacoli di marionette e burattini, cene sofisticate e feste a tema nei sontuosi e regali palazzi della città.
Ma il carnevale non è solo questo, è anche un’occasione per immergersi nell’arte e nella cultura di una città che ha tantissimo da offrire. La galleria “Contini”, ad esempio, merita di essere visitata per la singolarità delle opere esposte, realizzate con i materiali del bosco, e le installazioni tecnologiche che creano simpatici effetti d’acqua. Al Palazzo Barbarigo Nani Mocenigo è invece possibile osservare i gioielli della mostra “Precious – Da Picasso a Jeff Koons”, oltre ai meravigliosi affreschi ottocenteschi e tardo-barocchi. Il Palazzo Fortuny ha invece allestito una mostra, in occasione della grande festa mascherata, interamente dedicata alla Divina Marchesa Luisa Casati, musa di Boldini, che spesso la ritrasse nelle sue tele.
In numerosissimi negozi di Venezia, specialmente in occasione del carnevale, è possibile acquistare maschere e costumi, ma un posto in particolare mi ha colpita. Si chiama “Ca’ Macana Venezia” ed è una piccola bottega dove trovare le maschere del film “Eyes wide shut” del grande Kubrick, non realizzate appositamente per la pellicola, ma scelte dal regista tra quelle già esposte nel negozio.
Il carnevale di Venezia è stata per me un’esperienza unica, vetrina d’arte, fantasia e creatività a cui personalmente credo valga la pena assistere e partecipare almeno una volta nella vita. La ricchezza che Venezia offre in poco più di due settimane è in grado di coinvolgere tutti i sensi, senza mai smettere di stupire ed emozionare.

Per leggere la prima parte clicca qui.

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Silvia Malacarne



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