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“C’è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri”. (Bruno Munari, “Arte come mestiere”, 1966).

Eviteremo smorfie, allora, per lasciarvi solo disegni e colore. Un piccolo libro che ci rallegra e ci fa tornare bambini, quando conoscevamo la storia di Cappuccetto Rosso, ma non quella di Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Bianco, mandati dalla mamma a portare alla nonna un cestino pieno di cose verdi, gialle, bianche. Con queste favole, pubblicate per la prima volta nella storica collana Einaudi “Tantibambini”, curata da Bruno Munari, un colore diventa protagonista nei disegni, nel testo e nei personaggi. Munari ha abilmente giocato con la fiaba tradizionale e ne ha allargato gli orizzonti, creando personaggi e storie nuove. I suoi Cappuccetti ritornano ora come libri singoli, secondo il progetto originale. A non cambiare sono l’obiettivo da raggiungere (la casa della nonna con il cestino di cose buone da consegnare), il lupo cattivo da cui fuggire, la paura da combattere. Fra i colori principali dell’arcobaleno.

“Cappuccetto Giallo” è stato pubblicato, nel 1972, da questo grande autore e illustratore che cercava di esprimersi con ogni mezzo che gli permettesse di rendere con evidenza e immediatezza quello che voleva comunicare. Queste poche pagine colorate fanno proprio questo, anche grazie alla loro leggerezza e spensieratezza, oltre che alla loro rapidità. Spensierate e divertenti.

Ci troviamo allora di fronte a un lupo cattivo in automobile, nelle vesti di un maldestro conducente alla guida di una spider, pronto a insidiare Cappuccetto Giallo, una bambina delle favole con papà custode di auto e mamma cassiera al supermercato. Tutto è giallo, rigorosamente giallo splendente, il colore della luce e dell’allegria: il sole, le strade, muri, gli edifici, le macchine, la maglia di Cappuccetto, giallo canarino per la precisione, proprio come quegli esili canarini che ogni giorno si avvicinano al muretto della casa gialla di questa dolce bambina, per raccoglierne briciole di pane e affetto. Dall’amata nonna si reca con un panierino di plastica gialla, contenente limoni, pompelmi e una bottiglia di olio del Garda. Per andare dalla nonna bisogna attraversare il traffico della città, caotico e pericoloso, invaso da rumorose e fumanti macchine gialle e intermittenti semafori gialli. Ma qui la bambina ha sempre i suoi amici canarini che la accompagnano, le stanno vicino con le loro piume leggere e il loro gioioso cinguettio, aiutandola a fronteggiare ogni difficoltà. All’arrivo del lupo, gli amici canarini ne capiscono immediatamente le cattive intenzioni e si sa già dunque cosa fare. Sono lì per aiutarla, sempre. La nonna di Cappuccetto abita in un sottotetto di una vecchia casa, e qui si raccontano tante storie, come quelle di Cappuccetto Rosso e di un lupo che mangiava la nonna senza masticarla. Si favoleggia, si parla, si racconta, si legge, si scrive, si mangiucchia, si sogna, si ride, si dialoga con allegria. La nostra bambina torna spesso a casa con un pacchetto a righe blu, che la nonna le consegna per la mamma, con qualche libro dentro. Perché la lettura ci accompagna sempre, perché anche poche pagine possono alleggerire una giornata di duro e faticoso lavoro, dopo che si è rimasti chiusi fra le mura di un ufficio o fra i rumori di un supermercato e del ticchettio delle sue casse o dei tacchi di signore pesanti che trascinano altrettanto pesanti carrelli e pesanti borse della spesa. Cappuccetto con i suoi amici canarini non ha più paura del lupo, non lo teme più proprio grazie a quegli amati amici uccellini che volano fuori dalla finestra, da tutte le parti, facendo allegre capriole nell’aria, contenti perché hanno aiutato la loro amica a salvarsi dal lupo cattivo. Sempre presenti, come solo un tenero e affezionato amichetto può fare. Rigorosamente gialli, come gialli sono i loro pensieri e abbracci.

“Cappuccetto Giallo” di Bruno Munari, edizioni Corraini, 2013, 16 pagine

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Cappuccetto Giallo, la copertina del libro di Munari per Corraini
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Bruno Munari
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Cappuccetto Giallo, disegno e testo di Bruno Munari per le edizioni Corraini
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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


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