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Lettera firmata dalle associazioni del Centro LGBTI di via Ripagrande 12, in merito alla partecipazione dell’arcivescovo Negri ad un convegno organizzato dalla sigla neo-fascista Ordine Futuro

Articolo pubblicato il 28 Settembre 2016, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

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Da: Organizzatori

Sabato scorso 24 settembre a Ferrara si è tenuta la manifestazione di ‘Ferrara che accoglie’; per testimoniare la Ferrara ‘democratica, civile, accogliente, antirazzista’. A questa manifestazione, promossa da molte associazioni, di ispirazione laica o religiosa (comprese le locali associazioni LGBTI), da partiti politici e sigle sindacali, hanno partecipato 1500 persone. Nelle stesse ore Mons. Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, partecipava, in collegamento diretto, ad un ‘convegno’; contro le unioni civili organizzato a Lavello, in provincia di Potenza, dalla sigla neo- fascista Ordine Futuro. L’iniziativa di Ordine Futuro è stata stigmatizzata nei giorni scorsi anche dal Sindaco di Lavello il quale, ricordando come la cittadina abbia dato i natali a Don Marco Bisceglia (il sacerdote che, nel 1980, ideò l’Arcigay e ne portò avanti il progetto fino alla fondazione del 1985), ha pacatamente osservato come ‘organizzare il convegno contro le unioni civili qui, in una città che ha tradizioni di civiltà estrema, mi pare una forzatura, una cosa poco elegante, diciamo’. In maniera altrettanto pacata, ma forte, ci chiediamo quale moto d’animo e profondo convincimento interiore abbia spinto Negri a partecipare ad un evento promosso da chi solo pochi giorni fa definiva gli italiani che non aderirono alla RSI come ‘traditori’. Non potrebbe essere giunta, anche per lui, l’ora di riflettere su come i suoi pregiudizi verso le persone omosessuali e le loro famiglie lo stiano portando decisamente verso ‘cattive compagnie’

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani