Lettera di Matteo Renzi agli italiani residenti all’estero
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Da: Un gruppo di cittadini
Dr. Matteo Renzi
Presidente Consiglio dei Ministri
Repubblica Italiana
Palazzo Chigi – ROMA – matteo@matteorenzi.it
Egregio Signor Presidente del Consiglio,
abbiamo avuto modo di leggere la lettera che ha inviato agli Italiani residenti all’estero, nella quale Ella sollecita il loro voto a favore della revisione costituzionale che è oggetto del prossimo referendum. Come Ella saprà, questa Sua iniziativa ha già provocato vivaci reazioni da parte di quanti la ritengono un uso strumentale scorretto del Suo ruolo di Presidente del Consiglio. Nonostante altri la considerino invece una lecita possibilità del Suo ruolo di Segretario del PD, appare evidente, dal tono e dai riferimenti della lettera, che Ella si esprime nella qualità di rappresentante del nostro Paese presso i “moltissimi Stati visitati in questi due anni e mezzo di Governo”. Ebbene, nel dubbio che Ella non riesca a cogliere la differenza tra le prerogative dei due ruoli che si sovrappongono nella Sua persona, vorremmo farLe sapere che il Presidente del Consiglio non dovrebbe essere lo sponsor di una legge di riforma costituzionale in quanto, come diceva Calamandrei: “Quando si discute di riforme della Costituzione, i banchi del governo dovrebbero rimanere vuoti”. Purtroppo questa sensibilità è ormai obsoleta e ne abbiamo avute molte prove durante il travagliato percorso della riforma in Parlamento. Quindi non è ad essa che si possa fare appello per richiedere quanto meno che le strutture dello Stato non vengano coinvolte nella Sua iniziativa. Ci riferiamo al fatto che questa Sua lettera è stata o sarà inviata utilizzando canali istituzionali della Repubblica, non accessibili ad altri, creando un vantaggio competitivo in una comunicazione che invece dovrebbe essere garantita in modo equilibrato e paritario. Vogliamo peraltro augurarci che le spese di stampa e spedizione a circa 4 milioni di destinatari vengano sostenute interamente dal Suo partito, perchè se così non fosse si configurerebbe un uso distorto di risorse pubbliche penalmente perseguibile. Signor Presidente del Consiglio, la spaccatura nel Paese, provocata da questa improvvida revisione costituzionale, ha già raggiunto livelli preoccupanti tanto che, quale che sia l’esito del referendum, il Paese dovrà faticosamente ritrovare ragioni di serena convivenza se non di improbabile unità. Per questo vorremmo chiederLe di non aumentare i già tanti motivi di polemica contrapposizione con iniziative come quella qui contestata, per cui sarebbe auspicabile che le conoscenze e le risorse pubbliche vengano messe a disposizione anche dei sostenitori del No, per informare in modo corretto i nostri concittadini residenti all’estero. Sperando che Ella voglia disporre in tal senso La ringraziamo e Le inviamo cordiali saluti.
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