Lettera di Luigi Russo, direttore organizzativo del Ferrara Buskers Festival
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Da Ella Studio
30 anni fa abbiamo deciso di affrontare una sfida che a molti sembrava impossibile, realizzare una manifestazione ad agosto a Ferrara, quando di turisti se ne vedevano veramente pochi e ristoranti e alberghi chiudevano per ferie.
Oggi agosto è uno dei mesi che fa registrare le maggiori presenze turistiche di tutto l’anno e milioni di persone hanno conosciuto Ferrara grazie al festival.
Ci saremmo, per questo, aspettati di avere sempre al nostro fianco (non abbiamo perso tutte le speranze) i rappresentanti degli operatori economici del centro storico. Invece finito il festival, ogni anno, ci sono le solite polemiche.
Noi siamo felici di sapere che questa manifestazione è carica di aspettative per gli operatori economici del centro e quando le attività guadagnano siamo tutti contenti, ma rifiutiamo che il successo del festival sia decretato dal 10% in più o meno di incassi che vengono realizzati dalle stesse attività.
Siamo circondati da persone (cittadini, turisti, artisti) che si congratulano con noi perché sono stati veramente bene a Ferrara, in una dimensione affollata, ma non caotica, potendo ascoltare gruppi di ottima qualità e di grande disponibilità. Hanno apprezzato la capacità di accoglienza, la pulizia delle strade, l’atmosfera elettrizzante, ma allo stesso tempo serena.
Il festival è sicuramente migliorabile, lo abbiamo già fatto in questi anni altrimenti non avremmo raggiunto l’incredibile traguardo dei 30 anni di attività.
Una volta ci attaccavano per i punkabbestia, per i rumori notturni, per la pulizia delle strade.
Oggi non è più così, ma pochi sono pronto a riconoscerci i meriti di scelte che hanno portato a questi risultati.
Poi ci sono alcuni punti specifici sui quali ci tocca tornare, nostro malgrado
Innanzitutto, per mettere nuovamente le cose in chiaro, i 200 euro che alcuni (24 per l’esattezza) negozi e pubblici esercizi del centro storico riconoscono al festival servono esclusivamente per comprare uno spazio sulla Mappa del Festival o sulla Guida e non dà diritto a niente di più. L’importo complessivo che raccogliamo copre circa l’1% dei costi del Ferrara Buskers Festival. Sono soldi graditissimi perché segno di una tangibile vicinanza al festival, ma a malapena servono a ripagare i costi di realizzazione e distribuzione della mappa.
Le postazioni dei busker sono le stesse da molto tempo, con piccole necessarie variazioni e non tengono conto di chi appare o meno sulla mappa. Troviamo offensivo che si continui a parlare dei 200 euro come se fossero una tangente per avere l’artista vicino. Potremmo eliminare la mappa e a noi non cambierebbe niente dal punto di vista economico, semplicemente si verrebbe a togliere un servizio agli spettatori e alle attività aderenti.
Riguardo, invece, la proposta di accorciare il Festival (Musacci di Ascom), per la manifestazione (non per noi che da anni immemori percepiamo sempre gli stessi compensi) sarebbe un affare perché trovare una località disposta a pagare cifre significative per ospitare il festival in un week end di agosto non sarebbe difficile, ma non è questa la nostra idea e pensiamo nemmeno quella della stragrande maggioranza degli operatori del centro storico (qualcuno ancora ci accusa di aver tolto il lunedì).
Quando, poi, si parla di ingenti investimenti affrontati dai pubblici esercizi del centro, immagino che si parli delle spese necessarie agli esercizi per adeguarsi all’accresciuto flusso di clienti che si registra durante il festival, non certo ad investimenti a favore della manifestazione.
Oltre a chi ci riconosce le 200 euro in questione della manchette sulla mappa o sulla guida, che ovviamente ringraziamo sentitamente, sono poche le attività dell’area delle esibizioni che sostengono in maniera significativa il festival, tra cui ricordo prima di tutto Giori e recentemente il Mascalzone, assegnatari di due gazebo.
A proposito dei gazebo, segnaliamo che sono diminuiti rispetto allo scorso anno, non essendoci più il punto di ristorazione del giardino delle Duchesse e uno dei due gazebo in porta Reno. E’ invece aumentata l’offerta complessiva della ristorazione e, in particolare, della ristorazione veloce grazie a nuove e importanti aperture nel centro storico di Ferrara, che sono sempre un buon segnale. Non mi pare che questo venga considerato adeguatamente.
I gazebo (includendo l’esclusività concessa a Mondo Birra) ci portano circa 55.000 euro, cifra essenziale per la realizzazione della manifestazione, nonostante la chiusura dei due punti di ristorazione citati, che ci ha portato un minor introito di 18.000 euro (cifra fortunatamente compensata da nuovi sponsor).
Ecco, tra le cose che ci piacerebbe che ci venissero riconosciute è la nostra elevata capacità di autofinanziarci. La misura per quest’anno è di almeno il 75%, con risorse che per la maggior parte vengono da fuori Ferrara (sponsor, contributi ministeriali o regionali, attività di sampling…).
Per il resto siamo sempre pronti a confrontarci con tutti, magari anche non necessariamente attraverso i giornali.
A fine mese daremo i risultati dei questionari e altri dati significativi che ci permetteranno una valutazione più puntuale del festival. Oggi la gente ci dice che è stato un grande festival.
Luigi Russo
Direttore organizzativo
Ferrara Buskers festival
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