A scuola non possiamo fingere che i bambini ed i ragazzi non siano preoccupati per questa guerra: occorre ascoltarli, aiutarli a dialogare e a confrontarsi, insegnargli a litigare bene, raccogliere testimonianze, far riflettere, partecipare ad iniziative di solidarietà, tenerli stretti.
La guerra non si fermerà per questo ma forse si inizieranno a piantare i semi di una consapevolezza maggiore verso la complessità del nostro tempo, forse si riuscirà ad offrire qualche strumento per affrontare le incertezze e per ragionare sulla condizione umana. Forse si potrà far riflettere sull’assurdità di tutte le guerre. Forse, così facendo, si riuscirà a fare scuola. Forse, in questo modo, si potrà fare la pace. Forse…
A questo punto, non aggiungo altre parole a quelle scelte dai bambini e dalle bambine della classe seconda che sto frequentando per rivolgersi ai signori che fanno la guerra: come maestro io ho soltanto raccolto i loro pensieri, ho chiesto cosa pensano che serva per fare la guerra, cosa credono che occorra per fare la pace, ho proposto la creazione di un alfabeto e due di loro hanno inventato la filastrocca che chiude la lettera.
Comunque la pensiate, buona costruzione della pace.
Mauro Presini
Lettera dei bambini ai signori che fanno la guerra
Voi che fate la guerra, lo sapete che rischiate di far morire delle persone innocenti e vi potete fare del male.
Usate le parole invece di sparare.
Smettete di fare la guerra e fatevi dei nuovi amici così sarete più contenti.
È meglio non fare la guerra perché qualcuno che conoscete può morire.
Non ci piace quando muore qualcuno.
Non fate la guerra perché ogni giorno muoiono già tante persone per altri motivi ma con la guerra ne muoiono anche di più e poi ci sono anche dei feriti.
Non fate la guerra perché c’è anche il coronavirus.
Se tutti si mettessero a fare la guerra come voi, non esisterebbe più l’umanità.
Per fare la guerra servono: le armi, i cannoni, i fucili, le bombe, i carri armati, gli aerei, gli elicotteri, tanti soldati, un nemico ma anche la forza, il coraggio, l’odio, la rabbia e la cattiveria. Per fare la guerra servono soprattutto gli uomini.
Invece per fare la pace servono: la tranquillità, la bontà, la gentilezza, l’amicizia, la felicità, un cuore buono, l’amore, la gioia, l’accoglienza, la bellezza, i gesti gentili, le parole gentili, la fantasia, la gioia, la generosità, la giustizia, le carezze ma anche un amico che ti aiuta, giocare insieme, chiedersi scusa, parlarsi, litigare bene, non usare le armi, qualcuno che convince gli altri a non arrabbiarsi, stare insieme, scusarsi, usare le braccia per abbracciare ma non per imbracciare i fucili. Anche per fare la pace servono soprattutto gli uomini.
Per imparare a fare la pace bisogna conoscere l’alfabeto. Vi regaliamo il nostro:
Abbracciarsi Bontà Curare Delicatezza Entusiasmo Felicità Gentilezza Help Innamorarsi Libertà Meraviglia Natale Omaggio Parlarsi Quiete Ragionare Serenità Tenerezza Umorismo Vita Zelo.
L’alfabeto è fatto di parole ma se si riescono a mettere in pratica si può imparare a fare la pace.
Noi vi diciamo che la guerra è uno schifo mondiale. Fate la pace!
Ve lo diciamo anche con una filastrocca che abbiamo inventato:
La guerra fa star male
puoi finire sotto terra,
non c’è festa per Natale
se la pace non si afferra.
La pace fa star bene
puoi avere nuovi amici,
non ci sono più catene
se tutti quanti siam felici.
I bambini e le bambine della classe seconda della scuola primaria “Bruno Ciari” di Cocomaro di Cona
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Mauro Presini
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