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Da: Uil Fpl Ferrara

I Contratti nazionali di sanità, enti locali e amministrazioni centrali sono scaduti da due anni. La
pandemia ha dimostrato che il lavoro pubblico serve al Paese e i servizi pubblici per cittadini e
imprese vanno rafforzati. Per questo chiediamo al Governo più risorse per i contratti di tutti i
lavoratori pubblici. Per dare servizi migliori a cittadini e imprese. Per organizzare meglio le
amministrazioni. Per personale più qualificato. Le risorse sono riconoscimento di salario, ma per
noi del settore pubblico sono necessarie anche per riformare il sistema di qualificazione
professionale.
Il dibattito sulla “opportunità” o meno di uno sciopero del personale del pubblico impiego risulta, in
questo periodo, predominate. Finalmente si torna a parlare delle lavoratrici e dei lavoratori del
pubblico impiego. La vulgata populista, alimentata da Confindustria, “Giornalai”, Governo ed
opposizione parlamentare, ha provato a far passare queste lavoratrici e questi lavoratori come:
fannulloni, iper-garantiti, irresponsabili, disfattisti.
Non una parola, invece, sulle evidenze di questi giorni e sulla attuale situazione dei lavoratori in
questo settore. La pandemia ci ha insegnato, fra le tante cose, che quando tutto si ferma è il
pubblico l’unico in grado di dare delle risposte universali ai bisogni.
ASSUNZIONI – per avere enti pubblici più efficaci e sostenere cittadini e imprese, servono risorse
puntate all’assunzione: 500.000 sono i lavoratori che verranno a mancare alla PA, a causa di
pensionamenti e blocchi delle assunzioni. Per questo chiediamo un piano straordinario di
assunzioni.
PRECARIATO – nella PA ci sono circa 170.000 precari, per questo la Commissione Europea ha
aperto una procedura di infrazione contro l’Italia. Ridare dignità al lavoro è una priorità.
SICUREZZA – in tutti i luoghi di lavoro, il personale deve essere fornito di adeguati DPI e gli
ambienti devono essere sicuri. Per questo diciamo basta ai turni che superano spesso le 12 ore.
Basta anche alle aggressioni e alle offese ai lavoratori pubblici. Nella pandemia, senza protezioni e
con pesanti carichi di lavoro, tali lavoratori hanno organizzato il lavoro e i servizi.
Lo sciopero è un diritto dei lavoratori, che non va a togliere nulla agli altri, senza creare
discriminazioni. Un Paese normale non mette in contrapposizione dipendenti pubblici e dipendenti
privati. Non specula sulle difficoltà reali del mondo del lavoro autonomo e privato per attaccare i le
dipendenti e i dipendenti dei servizi pubblici. Se veramente si volesse tutelare la buona
occupazione, basterebbe emanare una Legge sulla rappresentanza del mondo del lavoro privato.
Proprio perché una Legge in questa direzione consentirebbe a chi lavora maggiori tutele e questo
Confindustria non lo vuole.

In un Paese normale, la Ministra della Funzione Pubblica non scriverebbe una lettera aperta ai
sindacati, li convocherebbe per contrattare il salario e le condizioni di lavoro di lavoratrici e
lavoratori. Ed invece niente.
Quelli che in questi mesi sono stati definiti “eroi” in realtà non lo sono. Sono semplicemente uomini
e donne, dipendenti pubblici, che hanno continuato e continuano a svolgere diligentemente il
proprio lavoro. Chiedono sicurezza, stabilità, giusto salario. Esattamente come i dipendenti del
settore privato. Chiedono il rispetto per il proprio lavoro. È giunta l’ora che a quelle lavoratrici ed a
quei lavoratori venga restituita la dignità che meritano.
È per questi motivi che FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UIL PA hanno proclamato uno sciopero
nazionale dei comparti e delle aree pubbliche di sanità, trasporti, funzioni centrali e funzioni locali
per Mercoledì 9 dicembre 2020, per rivendicare investimenti per il rafforzamento e l’innovazione
della Pubblica Amministrazione.
Natale Vitali – FP CGIL
Sonia Uccellatori – CISL FP
Fabio Izzi – UIL PA
Leonardo Uba – UIL FPL

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