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Lettera aperta del sindaco ai cittadini in merito alle sue recenti affermazioni relative ad un ipotetico parallelismo storico tra Olocausto e tragedia profughi

Articolo pubblicato il 1 Settembre 2015, Scritto da COMUNE DI FERRARA

Tempo di lettura: 2 minuti


da: ufficio Portavoce del Sindaco di Ferrara

Cari cittadini e cittadine,
vorrei spiegare a voi il mio pensiero su ciò che è stato scritto in merito alle mie recenti affermazioni. Vogliono farmi passare per un revisionista o un superficiale ed approssimativo commentatore dei drammi della storia: quella del Popolo ebraico o quella delle tante vittime della ignoranza, della superficialità, del silenzio colpevole.
Non riusciranno, neanche scatenando pagine ostili, a farmi rompere legami forti di amicizia con la comunità ebraica, ipotizzando acritici parallelismi storici che non mi passano neppure per la mente. Sono tanto sereno che ribadisco e ripeto con forza le mie parole: sono un appello morale contro l’indifferenza di oggi, troppo simile a quella di ieri, che colpevolizzava le vittime, che gettava quotidiana benzina sul fuoco bruciando le coscienze. Da cristiano, da sindaco, da uomo non taccio per la paura della speculazione di parte! Lo faccio perché sento su di me la responsabilità dell’oggi. Non sono qui solo ad asfaltare le strade perché Ferrara non è solo manutenzione o quadri da mostra : Ferrara è scuole di bambini che devono crescere in una comunità di valori, è cuori di adulti. Mi dispiace che qualcuno riportando a spanne il mio pensiero abbia determinato reazioni che non volevo.
Se sbaglio me ne assumo la responsabilità ma ripeto:
“Quando ricordiamo oggi i vagoni carichi di ebrei diretti ai campi di concentramento, tutti pensiamo che oggi non potrebbe succedere. Siamo convinti che se passassero oggi quei vagoni in stazione, carichi di esseri umani che implorano aiuto, ogni ferrarese si farebbe avanti per accoglierli. Eppure con la complicità di partiti e giornalisti è nato un livello inaccettabile di conflittualità che non ci fa onore. Sono convinto che tra 50 anni i nostri nipoti leggeranno questi comportamenti esattamente come noi giudichiamo il silenzio dei nostri nonni di fronte ai campi di concentramento”
Qualcuno è in grado di assicurare che l’umanità è vaccinata rispetto all’orrore?

Tiziano Tagliani
Sindaco di Ferrara

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani