Da: Domenico Bedin
Egregio Signor Sindaco,
da trent’anni attraverso l’associazione Viale k e in collaborazione con altri gruppi e cooperative del nostro territorio ci dedichiamo all’accoglienza e al sostegno di persone detenute o ex per favorire la concreta possibilità di usufruire delle misure alternative al carcere e per l’inserimento successivo nella società. Sono passati dai nostri centri decine e decine di persone che poi non sono ricadute nei reati e che si sono rifatti una vita. Alcuni hanno anche deciso di vivere presso le nostre comunità dove svolgono attività per gli altri.
Normalmente questa forma di servizio è stata svolta gratuitamente dall’associazione, anzi questo ne era un requisito previo: non accettare denaro dai detenuti o dalle loro famiglie e così accogliere i più poveri e senza prospettive soprattutto del nostro territorio. Per un breve periodo abbiamo ricevuto i fondi da un progetto chiamato ACERO che ci ha permesso di fare numerosi inserimenti lavorativi.
Da tanto tempo insistiamo con le varie amministrazioni locali e statali affinché vengano promossi progetti finalizzati a questo scopo. Finalmente il Ministero della Giustizia e in particolare l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna Emilia Romagna-Marche ha aperto un bando per favorire queste misure alternative. Il 4 maggio gli enti che intendono proporre una loro manifestazione di interesse devono comunicarlo e tra le tante richieste a cui si deve rispondere si deve allegare il PARERE POSITIVO DEL COMUNE DOVE SI SVOLGE IL PROGETTO.
Bene, Signor Sindaco, Lei, attraverso l’assessore ai servizi alla persona dott. Coletti ha risposto NO! Il Comune di Ferrara non vuole che questo progetto si realizzi nel nostro territorio. Dunque Lei ritiene che le condanne siano scontate esclusivamente in carcere fino all’ultimo giorno senza applicare ciò che la legge non solo permette ma caldeggia non tanto e solo per la questione dell’emergenza sanitaria ma per andare sempre più verso una pena finalizzata al recupero… O forse ha paura che che la città e il comune si riempia di delinquenti. Non si preoccupi questo avviene proprio se non si organizzano queste iniziative di accoglienza e accompagnamento. Il giorno che il detenuto solo e in bolletta uscirà verrà a bussare alla porta dei servizi sociali e poi da Lei o dall’Assessore e allora il numero della Caritas, di Viale k, della Filippo Franceschi, delle cooperative sociali comincerà a squillare. Caro signor Sindaco si ricreda e dia il nulla osta
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