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Mi appresto a fare il mio annuale pellegrinaggio a Colonnata, il famoso paese del lardo, ma, per me, capitale sentimentalmente insostituibile dell’Anarchia. Certo, lo so che gli anarchici e l’Anarchia sono da sempre politicamente usati dall’imperante moderatismo capitalistico come termini per definire comportamenti scorretti, ma questo – ne siano certi anche i più rudi sostenitori della spietatezza borghese – è propaganda, bisogna pur avere un nemico su cui gettare tutte le colpe: scoppia una bomba? sono stati gli anarchici, c’è una manifestazione, subito definita sediziosa? colpa degli anarchici. Le forze dell’ordine pestano a sangue i manifestanti (si ricordi il G7 a Genova)? si sono difese dagli anarchici. Insomma, l’Anarchia è servita ai nostri governi (lontani e vicini) come scudo e scusa per imporre violenze e assolvere se stessi. D’altra parte, se andate a leggere i nostri vocabolari troverete, alla voce “anarchia”, la non spiegazione del termine, oppure troverete soltanto la definizione negativa: mancanza di governo, disordine, indisciplina. Soltanto alla fine del paragrafo, finalmente, l’autore del vocabolario si è sentito in dovere di dire che anarchia è anche, ma soprattutto, un movimento politico che intende sostituire a un ordine sociale basato sulla forza dello Stato un ordine fondato sull’autonomia e la libertà egli individui. Ci siamo. A Colonnata, questo paese abbarbicato sulle Alpi Apuane, là dove Michelangelo andava a scegliere i marmi per i suoi capolavori, i cittadini hanno affermato il loro pensiero antico con questa lapide: “Ai compagni anarchici uccisi sulla strada della libertà”: è una libertà che non ha mai voluto dire liberticidio, ma assunzione individuale di responsabilità, un valore che poche persone insegnano ai figli e ancor meno i maestri nelle scuole, ed è così che abbiamo costruito un paese dove è legale rubare, è giusto essere furbi, è morale fregare gli altri e, ormai, pare naturale se i padri uccidono le loro donne e i loro stessi figli. Bel paese, vado a Colonnata.

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Gian Pietro Testa

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