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Leggendo a piedi nudi e “Sottovoce”

di Federico Di Bisceglie

Ogni esordio letterario è qualcosa di molto prezioso, che necessita assolutamente di essere valorizzato e sostenuto, in quanto è la testimonianza del fatto che la scrittura sia ancora una parte fondamentale del nostro vivere. D’altronde Platone insegnava che la somma peculiarità che distingue l’uomo, dotato di ratio, dagli animali (tà alogà: privi di parola, pensieri, ragionamenti) sta in un certo qual modo anche nella possibilità di essere posseduto dal dàimon della scrittura.

sottovoce
La copertina del volume

“Sottovoce” di Anna Chiara Venturini, edito da Europa Edizioni, rappresenta una di quelle opere che è parte di tutti noi, che appartiene a tutti e che riesce ad arrivare al cuore del lettore. In queste cinquanta pagine sono racchiuse emozioni, ricordi, esperienze di vita, che caratterizzano la vita di una famiglia ‘normale’, ecco perchè tutti i lettori si possono ritrovare e rispecchiare nella figura di Donato Longanesi. Il protagonista è una persona che vive la sua vita regolarmente, che si potrebbe definire una persona comune, sebbene di spiccata cultura, lontano da vizi e affanni. Un giorno però viene convocato dal notaio che gli consegna una lettere scritta da un misterioso Signor X: una missiva destinata a cambiare la vita di Longanesi. La vita è un colpo di scena continuo, sebbene Donato avesse sempre evitato qualsiasi tipo di problema, questa lettera peserà su di lui come un macigno. Lo scritto del Signor X contiene un segreto rimasto oscuro per anni e rivela al protagonista una verità tutt’altro che semplice. Da quando Donato Longanesi scopre la fatidica notizia non è più la stessa persona e inizia un lungo cammino di scavo e ricerca introspettiva alla ricerca di una dolorosa verità che fino a quel momento aveva ignorato.
Un’altra interessante caratteristica del romanzo è che al suo interno non sono riportate coordinate cronologiche e spaziali di nessun tipo. Forse proprio perche narra una vicenda valida ora come lo è stato e lo sarà per sempre; forse perché le tematiche affrontate sono attuali, ma in realtà attraversano anche diverse epoche; forse perché molti dettagli sono lasciati all’immaginazione del lettore. Forse l’autrice in questo modo ha affidato il suo romanzo a una dimensione che travalica il tempo e il luogo.

Anna Chiara Venturini afferma che il suo è un romanzo “di famiglia”: è una sorta di tributo a uno zio che l’ha particolarmente colpita in età giovanile e che lei ha ricordato all’interno del racconto. La ricerca interiore del protagonista è dunque anche un po’ la sua ricerca dei ricordi di un tempo lontano. Per dirla alla Flaubert: “Donato Longanesi, c’est Anna Chiara”. Una curiosità finale: una sorta di consiglio per un buon approccio a questa lettura, fornito dall’autrice stessa, è di leggere il romanzo tutto d’un fiato e soprattutto a piedi nudi.

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Redazione di Periscopio



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)