Lega: “Prove di ammissione scuole di specializzazione medica: anche l’Emilia Romagna introduca restrizioni per favorire i nostri medici”
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Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna
Il Gruppo del Carroccio presenta risoluzione, a prima firma Rancan, alla Giunta di viale Aldo Moro: “I nostri medici discriminati rispetto a quelli delle altre regioni poiché in Emilia-Romagna non è richiesto alcun requisito per l’accesso alla prova di ammissione alla specializzazione. Per tutelare i nostri cittadini e il mantenimento dei medici specialisti all’interno del nostro territorio regionale si introducano restrizioni come accade nelle altre regioni d’Italia”
“Altolà alla fuga di cervelli in altre zone d’Italia quando non anche all’estero: anche la Regione Emilia-Romagna si attivi tempestivamente per inserire nei futuri bandi di accesso alle scuole di specializzazione talune restrizioni, allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo dei propri cittadini e/o il mantenimento dei medici specialisti all’interno del territorio regionale”.
E’ quanto chiede il Gruppo Lega Nord in una risoluzione, a prima firma del consigliere Matteo Rancan, che impegna la Giunta regionale di viale Aldo Moro “a seguire l’esempio di molte altre Regioni italiane le quali, nei bandi di accesso alle scuole di specializzazione medica, hanno introdotto requisiti (come la residenza all’interno del territorio regionale in uno specifico arco temporale oppure l’obbligo di esercitare la professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea) finalizzati a favorire l’occupazione dei propri residenti”.
“La mancanza di restrizioni ai futuri candidati medici da parte della Regione Emilia – Romagna – spiegano nel documento sottoscritto anche dai leghisti Stefano Bargi, Alan Fabbri, Daniele Marchetti, Fabio Rainieri, Marco Pettazzoni, Gabriele Delmonte, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli- apre la possibilità d’accesso a qualunque cittadino in possesso di una laurea in Medicina e Chirurgia e, tale condizione, pone in svantaggio i candidati emiliano – romagnoli, che si trovano a competere con un maggior numero di candidati in riferimento alla quota regionale. Sia chiaro, questa Risoluzione si rende necessaria a fronte di una risposta dell’assessore alla Sanità, Sergio Venturi, affatto esaustiva rispetto alla nostra interogazione presentata sull’argomento in oggetto appena qualche mese fa”-
Uno status quo, in altre parole che, di fatto, nega “il diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi agli studenti emiliano romagnoli più capaci e meritevoli: grazie ai posti regionali imposti dalle altre Regioni, infatti, studenti con punteggi molto più bassi hanno ottenuto posti nelle specialità desiderate a scapito di molti altri medici emiliani e romagnoli più meritevoli, che si sono ritrovati a dover spartire i loro 100 posti con tutti gli altri medici italiani” sottolineano dal Gruppo del Carroccio.
“E’ innegabile che introdurre talune restrizioni gioverebbe anche alla nostra Regione, soprattutto in considerazione della penuria di medici specialisti. Con l’introduzione di clausole premianti nei confronti dei nostri medici, infatti, si porrebbero le basi per garantire alla Regione una rendita del proprio investimento attraverso l’inserimento lavorativo dei propri residenti e/o il mantenimento entro i confini regionali dei medici a conclusione del ciclo di studi della scuola di specializzazione. L’Emilia – Romagna investa sui suoi giovani medici” concludono i leghisti.
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