Le vacanze scolastiche estive: un tempo fertile, necessario allo sviluppo della persona
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da: ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna si esprime sulla dibattuta questione della formazione estiva
In seguito all’affermazione del ministro del lavoro Poletti “Tre mesi di vacanza sono troppi”, fatta nel marzo scorso, si è sviluppato un ampio dibattito pubblico sull’utilità per gli studenti adolescenti di trascorrere parte delle vacanze scolastiche estive, considerate troppo lunghe e non costruttive, a fare formazione nel mondo del lavoro.
Questo è il parere dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna sull’argomento, precisando che la posizione di seguito espressa non ha nulla a che vedere con la recente polemica nata dalla petizione “Basta compiti” che pure ha avuto un certo risalto mediatico.
L’Ordine si esprime solo sulla prima questione, quella della formazione nel periodo estivo, e non sulla seconda.
Il tempo delle vacanze scolastiche estive dovrebbe essere pensato non come improduttivo e demolitore delle conoscenze acquisite a scuola, ma come un tempo fertile, utile a facilitare a tutti gli effetti lo sviluppo della persona nella sua multidimensionalità.
Le vacanze così intese sono un tempo transitorio, anche di riposo, talvolta anche vuoto, durante il quale, in assenza di impegni stabiliti e programmati dal sistema scolastico, i giovani possono avere l’occasione di pensare, interrogarsi, fantasticare sul proprio futuro, capire se stessi e i propri desideri.
Le vacanze rappresentano la possibilità di scegliere le situazioni da vivere apprendendo direttamente dall’esperienza voluta da loro stessi.
Un’esperienza soggettiva, liberamente scelta, ha sempre a che fare con un profondo vissuto emotivo: apprendere dall’esperienza implica una trasformazione profonda di se stessi, una crescita personale.
I contesti formali, quali il mondo della scuola nei suoi diversi percorsi e articolazioni, generano sicuramente apprendimento, ma necessitano anche, per potenziarsi, dell’apprendimento nei contesti informali, i cui cammini non totalmente già segnati consentono l’espressione di vissuti interiori e il realizzarsi delle proprie potenzialità.
Attraverso le situazioni emotivamente coinvolgenti, l’apprendimento risulta non solo più piacevole ma anche più efficace.
Diventa quindi indispensabile permettere esperienze di vita alternative al mondo della scuola che possano essere individuate autonomamente dai ragazzi rendendoli responsabili della propria scelta.
Gli anni della scuola secondaria, sono sì gli anni dello studio, ma sono, soprattutto, gli anni della scoperta, dell’indagine personale su di sé, sugli altri, sul mondo, e in modo ancora più chiaro, su tutto ciò che non attiene al dovere ma al piacere, inteso nel senso più ampio del termine, come tutto ciò che può essere preferito, voluto e desiderato.
Sono anni in cui ogni lasso di tempo libero diventa indispensabile per fare, consciamente o inconsciamente, tutta quella serie di esperienze e di riflessioni che poi si sedimentano e formano la propria individualità, il proprio modo di relazionarsi con le persone e con il contesto di riferimento.
In altre parole, la vacanza scolastica estiva non è solo un recupero fisico e psichico, ma può diventare un vero e proprio processo autonomo, indispensabile alla formazione della personalità.
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