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Ombre all’ombra di Matisse. Sono quelle tracciate da Maurizio Camerani, scultore e video artista, che con le sue opere dialoga con i quadri del maestro fauve francese. L’allestimento è alla Mlb home-gallery di Ferrara, che si trova lungo la stessa, bella via di Palazzo dei Diamanti dove è allestita l’esposizione di Henri Matisse: sul corso Ercole d’Este, ma una manciata di numeri civici più in su, vicino al castello del centro cittadino.

Una visita alla galleria-abitazione di Maria Livia Brunelli è un’opportunità per entrare in confidenza con l’arte minimale di Camerani, ma anche con quella ricca e variopinta di Matisse. In uno spazio che è familiare e intimo, ogni dettaglio richiama la fusione tra l’arte e la vita che è intorno. Come le piccole sagome in pasta frolla a forma di pesci, di mani e di piedi, create per il buffet da Laura Saetti: un abbraccio tra arte e materia quotidiana che – in questo caso – si può fare proprio, assaporare, masticare, digerire.

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I “Pesci rossi” di Matisse, di Camerani e del buffet

Affascinato dai momenti sospesi e dalle suggestioni che coglie nei quadri del pittore , Camerani riprende elementi delle sue stesse video-installazioni degli anni ’80 e li affianca a dettagli ricorrenti dei quadri di Matisse. Ogni opera è un assemblaggio che mette insieme un fotogramma dei suoi video con alcuni particolari matissiani, catturati sotto forma di ombra. Ecco allora il segno della matita morbida su carta, che va a comporre il riflesso che può lasciare una figura: la silhouette di un piede con la cavigliera da odalisca; la sagoma di una tazzina rovesciata; un tamburello; una rosa e una lucertola; le mani di una danzatrice; pesci rossi; foglie lobate di una pianta di filodendro che evoca vecchi appartamenti borghesi. Sono ombre, dunque, riflessi che proprio di riflessione parlano e alla riflessione portano.

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Odalisca di Matisse e opere di Camerani alla Mlb

Nella casa-galleria al primo piano del palazzo è aperto un catalogo dell’opera di Henri Matisse. Camerani indica su una pagina la riproduzione del quadro dell’odalisca addormentata con accanto una tazzina capovolta e una scacchiera. E si chiede: “Cosa sarà successo in quella stanza? Si sono amati? Hanno litigato?”. Un particolare che esce da quell’opera, così piena di colori da sopraffarci, per diventare protagonista in punta di matita sopra un foglio di carta montato su telaio. La riduzione al bianco e nero diventa un percorso di indagine, interrogazione, insinuazione di un mistero.

In un video la sagoma rossastra di una danzatrice si muove come nel celebre olio su tela intitolato “La danza” e dipinto da Matisse in varie versioni nel primo decennio del ’900. La didascalia spiega: “Aurora si muove con la sua ombra, la rincorre, la tocca, la tira verso di sè, poi la lascia libera di fluttuare”.

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La Danza di Matisse e di Camerani

In un’altra opera le sagome dei pesci riprodotte con la matita sulla carta sono come ombre create dalla luce sulla parete dietro a un acquario, con le dimensioni degli animali che variano, rimpicciolite o ingrandite mentre navigano nell’acqua a causa dell’effetto ottico del vetro e delle luci. La suggestione è completata dalla presenza di tre pesciolini veri, che nuotano in una sfera di vetro a ricordare i “Pesci rossi” dipinti da Matisse all’interno di altre stanze, vicino ad altre finestre, in momenti e luoghi passati. “La tecnica esecutiva della matita – racconta Camerani – è un intreccio di segni, che mi costringe a un tempo lungo di permanenza sull’opera. E’ quasi un mantra, un tempo riflessivo e si collega alla mia matrice minimalista nell’ambito dell’arte”. Un mantra che riporta qui e adesso l’epoca fauve della Francia d’inizio Novecento, la rivisita in chiave moderna, la spoglia e la rinnova.

La mostra “Maurizio Camerani Atelier Matisse” in corso Ercole I d’Este 3 è aperta fino al 14 settembre; fino al 29 giugno è visitabile ogni sabato e domenica dalle 15 alle 19 con ingresso libero anche senza appuntamento. Negli altri giorni info allo 346 7953757 o sul sito della galleria (www.mlbgallery.com.)

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


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