Questa ipnotica foto di Steve McCurry è ancora in mostra fino al 13 marzo a Conegliano (TV). Potete vederla a Palazzo Sarcinelli, assieme a un altro centinaio di scatti [qui]. Il rosso incorniciato nel sabbia raffigura una donna nell’atto di scendere le scale. Il luogo è il famoso pozzo Chand Baori, nel villaggio di Abhaneri in India. Il pozzo è stato costruito intorno al VII secolo per risolvere i problemi idrici nei periodi di siccità. Una miriade di 3500 stretti gradini che collegano 13 piani fino a trenta metri verso il basso.
Immaginarsi di scende o salire quelle scale senza corrimano fa venire le vertigini. Quando sono andata a vedere la mostra l’idea di fare quelle scale, la geometria precisa, desolante e labirintica mi hanno fatto tremare le ginocchia. Ho saputo poi, in un secondo momento, che si trattava di un pozzo al cui centro si concentrava dell’acqua. Di fronte le gradinate si erge il tempio di Harshat Mata, Dea della Gioia e della Felicità.
I fedeli lo usano anche per le abluzioni rituali. Comunque fare rifornimento è anche bagnarsi nella gioia e nella felicità che la Dea elargisce, assieme all’acqua salvifica. E infatti nei periodi di siccità li impegna a scendere e salire più scale, fino a quasi trenta metri di profondità. Mentre nei periodi di abbondanza di piogge, tutto è più agevole, meno scale da scendere e da salire.
Pensare che la foto è esteticamente eterea, un posto quasi fuori dal mondo, forse anche un po’ ritoccata nei colori. Il famoso fotografo non ne ha mai fatto mistero, utilizza Photoshop come valido aiuto. Forse un po’ troppo, come dicono alcuni suoi detrattori. Pensare, ora, poche settimane dopo la mia visita che è proprio vero, nella vita c’è chi le scende e chi le sale, le scale. Proprio come adesso che la cattiva sorte si abbatte sulla nazione Ucraina e sulla sua popolazione. La situazione tocca tutti, chi più chi meno.
Questa volta le acque sembrano lontane come la gioia e la felicità. E le scale tante, soprattutto da salire. Sperando che questi venti di guerra si calmino quanto prima, e visto che le labirintiche strade della diplomazia non hanno potuto, che almeno qualche dio della gioia e della felicità possa metterci una buona parola.
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Ambra Simeone
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