Skip to main content
16 Gennaio 2014

Le panchine dell’indifferenza

Tempo di lettura: 2 minuti


panchine-semicircolari

C’è una recente espressione dell’atomizzazione e dello sfrangiamento del tessuto del nostro vivere comunitario. Mi riferisco a quel curioso modello di panchine semicircolari, peraltro esteticamente gradevoli, che da un po’ di tempo popolano alcuni parchi o stazioni ferroviarie.
Il restyling non pare il frutto di un semplice capriccio di design, ma sembra studiato apposta per assecondare quella pulsione alla parcellizzazione che accompagna le nostre esistenze.
Eppure le panchine sono luogo topico. Pensiamo a quanti letterari e reali incontri hanno ospitato, fungendo da inatteso e imprevisto strumento di incontro, socializzazione, magari innamoramento…
Ma le nuove panchine arquate non sono concepite per la convivialità e consentono ai frettolosi occupanti di sedersi senza quasi osservarsi, sfuggendo gli uni allo sguardo degli altri, garantendo persino su un emblema della promiscuità – quale è la panchina – il rispetto della privacy. E anche ai più inclini alla socialità, esemplari ormai rari in via di estinzione, impongono ugualmente un altero distacco.
Peraltro l’efficacia del nuovo design delle panchine si sublima in un coerente effetto collaterale: rendere impossibile – o quantomeno disagevole – l’improprio utilizzo della panca da parte di chi volesse farne giaciglio. O forse l’effetto dissuasivo più che collaterale è voluto e del tutto intenzionale.
Di certo c’è che in queste sedute a semicerchio si può stare gli uni accanto agli ignorandosi. E farlo senza neppure lo sforzo di distogliere l’attenzione, perché un previdente progettista ha provveduto a regalarci una soluzione che evita l’imbarazzo avvertito quando si è forzati a ostentare indifferenza. Così tutto fluisce in una ‘spontanea’ non considerazione di chi ci sta accanto, come usualmente avviene fra moderni dirimpettai.
Insomma un bel ritrovato della modernità in perfetta sintonia con le nostre solitudini.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

I commenti sono chiusi.



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it