“E’ una storia originale, scritta da due sorelle, dotata di trama solida e genuinità di racconto, incanalata in una struttura affascinante e mai banale. Una storia fluviale e generosa, un classico di oggi.” Andrea De Carlo introduce così Angela Scipioni che presenta l’opera prima “Iris&Lily” alla libreria Feltrinelli per il ciclo “Autori a corte – Outside”, presentato da Sergio Gnudi con letture di Roberta Marrelli.
Scritto a quattro mani con la sorella Julie, il romanzo ripercorre la vita delle sorelle americane Iris e Lily Capotosti dagli anni Sessanta agli anni Duemila, attraverso un primo livello narrativo in terza persona a cui se ne alterna uno epistolare, fatto di e-mail che le due si scambiano attraverso l’oceano. Angela, scrive Iris: quella sempre positiva, quella all’ottavo posto, la più grande dei piccoli, dal timore di non essere all’altezza, dal desiderio e dalla paura di passare inosservata, Iris che lascia l’America per trasferirsi in Italia. Julie, scrive Lily: quella sempre scontenta, quella che fa i turni al Burger King con le cuffie nelle orecchie, per isolarsi dal mondo, quella che mette la sorella di fronte alle proprie azioni con il lapidario “non volevo ferirti, ma…”. Iris stabilitasi sulla costa ligure, Lily in un fermo immagine nello stato di New York dove ha vissuto l’intera vita. Una storia di donne scritta da donne, che ricalca in parte il rapporto esistente tra Angela e Julie .
“Amiamo entrambe leggere e scrivere, da sempre – racconta l’autrice – nostra madre spesso tornava dalla biblioteca con pacchi di libri che noi esploravamo con curiosità. Era un modo per evadere dalla realtà, e in fondo anche questo è il senso della lettura, della scrittura. In parte, questo è avvenuto per il romanzo: abbiamo cominciato a esplorare il nostro passato per poi vedere dove ci avrebbe portato; ho chiesto a Julie cosa pensasse dell’idea, e ci siamo alla fine avventurate nel libro; discutendone, rischiando quasi di non parlarci più; ma uscendone sempre rafforzate da un confronto intenso e sincero. A una prima stesura scritta di petto ne è seguita una seconda, entrando in maggiore sintonia tra di noi e permettendo alle nostre due sorelle di estrapolare fatti del il passato e ragionarci sopra, con tutte le selezioni che fa la memoria, a discapito della realtà stessa.”
Tra ricordi veri e presunti, meccanismi di appercezione selettiva e amarezze mai dette, riflesse nello scambio di e-mail che accompagna la vita di Iris e Lily ma, prima ancora, quella di Angela e Julie, si percepiscono quaranta decenni di vita vissuta, tanto scoperta continuamente quanto sofferta con ingenuità e coraggio; la vita che scorre nella famiglia, di ascendenza irlandese e italiana; e il vasto scenario umano che descrive i loro rapporti interpersonali: la mamma e la sorella Jasmine, zietta Rose; la numerosa famiglia in cui comandano gli uomini; e ancora uomini che avvolgono Iris e Lily in una tela setosa all’inizio, poi sempre più simile a quella di un ragno, impedendo loro di evolversi in quanto donne e in quanto persone.
Scivolando tra racconti delicati quanto taglienti, profondi quanto ingenui, ripercorrendo infanzia ed età adulta nella consapevolezza a posteriori di vicende e sentimenti alterni, tra povertà, femminismo e cultura maschilista imperante che si ripercuote anche nella scelta dei nomi delle protagoniste. “Le ragazze appartenenti alla famiglia portano nomi di fiori, e questa è l’eco di come sono considerate e trattate, cioè come una sorta di oggetti bisognosi di protezione, doppiamente fragili visto il loro essere donne e bambine. Viceversa, i fratelli hanno nomi importanti, forti, spesso nomi di re”.
Dai momenti dell’infanzia che parla di vestiti passati di fratello in fratello e sonni in letti a castello,
unico posto in cui è concessa la solitudine, in cui sfogare dispiaceri e paure tra singhiozzi e abbracci consolatori, alle preghiere ingenue rivolte a persone e animali e oggetti inanimati alla tenerezza che descrive il loro rapporto tra piccoli dispetti e mutue rassicurazioni, il libro è imperativo categorico al femminile di Jonathan Coe, nella sua ideale controparte femminile e americana. Donne, non in cerca di guai, ma solo della propria identità.
Angela e Julie Scipioni, “Iris & Lily”, Bompiani 2015, Collana narratori stranieri, traduzione di Carlo Prosperi, pp. 1400
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Giorgia Pizzirani
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