Le bonifiche come fenomeno di proto-industrializzazione
STORIA DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE FERRARESE (PRIMA PARTE)
L’inizio della grande stagione delle bonifiche e delle trasformazioni fondiarie del territorio ferrarese ha coinciso con l’Unità d’Italia, allorché quasi tutte le maggiori bonifiche di epoca rinascimentale erano ormai ricadute in balia di valli e paludi. Dopo alcuni sfortunati tentativi, prima da parte dell’ingegner Cesare de Lotto per conto del Consorzio del 1° Circondario scoli di Ferrara e, poco più tardi, da parte del conte Francesco Aventi sulle sue valli Gualenga e Burina in località Tresigallo e Formignana, il momento cruciale della bonifica giunse nel 1871, quando fu costituita a Londra la Ferrarese land reclamation company limited, finanziata da uomini d’affari inglesi e da banchieri italiani.
«Partì così la nuova Grande Bonificazione Ferrarese, dopo che la nuova società concessionaria, la Società Bonifica Terreni Ferraresi, aveva acquistato in proprietà ben 15.182 ettari di valli. Sul piano tecnico d’impresa consistette nel convogliare fino a Codigoro tutte le acque di scolo del comprensorio, tanto quelle “alte” quanto quelle “basse”, che affluirono unite al gigantesco impianto di sollevamento a vapore sorto in riva al Volano ed entrato subito in funzione nel 1874. […] Agli inizi del Novecento il territorio della Grande Bonificazione era ormai una delle aree cerealicole più produttive del Paese. Le grandi aziende di bonifica che cominciarono ad operare nella parte orientale della provincia di Ferrara tra Po e Volano erano destinate a segnare in profondità la storia economica e sociale dell’intera provincia»*.
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*F. Cazzola, La bonifica, in F. Bocchi (a cura di), La Storia di Ferrara, Poligrafici Editoriale, Bologna 1995.

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Riccardo Roversi
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)