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“Lavoro sociale e migrazioni. Il ruolo delle reti e dei servizi” presentato presso la libreria “Libraccio” di Ferrara

Articolo pubblicato il 7 Ottobre 2019, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: organizzatori

Mercoledì 9 ottobre ore 17, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino. Introduce Paola Bastianoni, dialoga con le autrici Stefano Ravaioli.

Gli ultimi decenni hanno registrato l’arrivo nelle nostre comunità dei migranti, fenomeno connesso al collasso geopolitico generato soprattutto dalle profonde ingiustizie sociali ed economiche. Tale presenza ha prodotto nella società due reazioni contrapposte: una di rifiuto, usato ed enfatizzato da alcuni partiti politici, e una d’accoglienza. Una società si misura sulla base dello sviluppo economico-sociale conseguito e dalle innovazioni prodotte, ma soprattutto dal suo livello d’umanità, dalla sua capacità di convertire l’hostis in un hospes, il nemico in un ospite. Il lavoro sociale, che si pone l’obiettivo d’attivare la società per risolvere specifici problemi della comunità, ha il compito di favorire questo passaggio, nella consapevolezza che l’integrazione delle diversità favorisce la coesione sociale e ne promuove le dimensioni valoriali. Il fenomeno migratorio è certamente articolato, ha richiesto e richiede un arricchimento sia dell’apparato teorico sia della metodologia del servizio sociale che consenta d’attrezzare adeguatamente la formazione universitaria dei futuri assistenti sociali (ma non solo). Nel volume si è ampliato lo sguardo per capire come un servizio, composto da operatori dell’area sociale, educativa e sanitaria, possa attrezzarsi per rispondere a un’utenza straniera diversificata.

Dina Galli è assistente sociale libera professionista, è stata docente dell’insegnamento di Metodi e tecniche del servizio sociale II presso il Corso di laurea triennale in Servizio sociale presso l’Università di Bologna. È docente al Master di primo livello “Tutela, diritti e protezione dei minori” presso l’Università di Ferrara

Francesca Mantovani Ricercatrice in Sociologia generale, è docente di Principi e fondamenti del servizio sociale e referente per il tirocinio curriculare sia nel Corso di laurea triennale in Servizio sociale sia nel Corso di laurea magistrale in Sociologia e Servizio sociale presso l’Università di Bologna.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani