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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

“Allestiscono palchi e spettacoli, si esibiscono per il pubblico, riprendono, raccontano, organizzano tour ed eventi musicali o teatrali, show dal vivo e se erano precari prima dell’emergenza, dopo il lockdown denunciano di essere doppiamente colpiti. I lavoratori dello spettacolo, infatti, come quasi ogni categoria sono in sofferenza, ma molti di loro scontano l’aggravante di avere contratti di lavoro intermittenti, data la peculiare natura delle loro professioni” a spiegarlo è Marcella Zappaterra, capogruppo Pd in Regione Emilia-Romagna, prima firmataria di una risoluzione depositata a sostegno di questa categoria.

Nel documento si richiama il fatto che i lavoratori dello spettacolo hanno sempre versato i contributi per il Fondo di Integrazione Salariale (FIS), ma si trovano oggi esclusi dalla maggior parte delle misure di sostegno previste dal decreto “Cura Italia”. Solo alcuni di loro infatti hanno accesso al contributo di 600€ erogato da Inps, ovvero coloro che non erano scritturati e quindi non avevano un contratto in essere alla data del 17 marzo. I dipendenti assunti al 23 febbraio poi non possono essere licenziati, quindi non hanno nemmeno diritto alla NASPI. Dei lavoratori intermittenti dello spettacolo, inoltre, di coloro che sono stati posti in quarantena o hanno contratto il Covid, solo chi aveva registrato 100 giorni di lavoro dal 1 gennaio 2019 ha potuto vedere riconosciuta l’indennità di malattia. Un numero davvero esiguo.

“Per questi lavoratori, ho depositato un documento formale in Regione, sottoscritto da tanti colleghi consiglieri Pd, per allargare anche a loro le misure di sostegno previste dal Cura Italia ad altre categorie – spiega Zappaterra, che sottolinea le motivazioni che vanno oltre gli aspetti formali – L’Emilia-Romagna è una delle regioni d’Italia che vanta il maggior numero di teatri e luoghi adibiti al pubblico spettacolo. Chi opera in questo settore va tutelato. Parliamo di artisti, tecnici e operatori con molteplici professionalità e che per fare quello che fanno ci mettono tanta passione e dedizione. Il loro lavoro ci manca molto in questa lunga quarantena e non possiamo rinnegarlo”.

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