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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Il teatro deve tornare a essere il posto delle persone e per le persone. Non un luogo austero da frequentare in vestito da sera, ma un’officina di idee e punti di riferimento, dove gli incontri e gli scontri fra i diversi punti di vista rivelano una dimensione di costante e infinita potenzialità”. Così Massimo Malucelli racconta il Fest, il Festival delle Scuole di Teatro, giunto alla sua quarta edizione: “C’è una condivisione dell’avventura di stare al mondo e delle relazioni umane. Solo attraverso la costruzione di qualcosa che è altro dalla vita si riesce a parlare della vita. È la festa del teatro e di chi lo fa, innanzi tutto”.

Dal 28 maggio al 15 giugno 2017 l’associazione Fonè – in collaborazione con Giffoni, Arci, Cpa, i Comuni di Portomaggiore e Ferrara, il Teatro Giuseppe Verdi di Porotto, il Castello del Verginese di Portomaggiore – propone Fest, un “crocevia teatrale”, un “luogo di scambio” dove i gruppi e le realtà artistiche emergenti “possono sostare nel corso del loro viaggio, per conoscersi”.
Appuntamento dunque il 28 maggio e l’8 giugno 2017, alle ore 21, al Teatro Giuseppe Verdi di Porotto, che sarà ristrutturato nei prossimi mesi estivi dalla nuova proprietà che fa capo a Monia Pozzati e Paolo Domeneghetti. In occasione della nuova stagione teatrale 2017 – 2018, il Teatro Verdi si avvarrà di una propria compagnia stabile formata dai giovani attori usciti dal terzo anno del Centro preformazione attoriale (Cpa) di Ferrara, diretta proprio dal responsabile artistico Massimo Malucelli. La collaborazione fra Cpa e Asd Pm Studio darà quindi nuove opportunità a un piccolo spazio di tradizione più che centenaria di produrre spettacoli ed eventi sul piano locale e nazionale. Molto presto sarà lanciata la programmazione del teatro, che sancirà il sodalizio artistico e produttivo fra la nuova proprietà e la scuola per giovani attori fondata da Stefano Muroni.
La serata finale del Fest, il 15 giugno alle ore 21, sarà ospitata invece alla Delizia Estense del Verginese, grazie alla collaborazione con il Comune di Portomaggiore, con una madrina d’eccezione (…a sorpresa!).

Sguardo azzurro cielo, sconfinato come la sua passione per il teatro, che lo porta a infilarsi nei panni di centomila vite per trovare la sua o, più semplicemente, quella che gli piace indossare. Massimo Malucelli è direttore artistico e presidente di giuria del Fest, il “campo adatto al più bello e coinvolgente dei giochi di squadra”.
Fonè Teatro racchiude oltre 25 anni d’esperienza a Ferrara.
“Da una vita insegno teatro”, sorride Malucelli.
Attore, nobile ‘giullare’, regista, autore: in una parola sola, Artista.
Laureato cum laude in filosofia, ha studiato recitazione, teatro corporeo, improvvisazione e canto con i più grandi maestri internazionali, tra cui l’Actors’ Studio di New York, Nichita Michalkov, Roy Hart Theatre, Yves Lebreton, Antonio Fava. È stato attore in pièces teatrali, film, originali radiofonici. Sceneggiatore di diversi film fra i quali ‘Luigi, una vita impossibile’ con Gérard Depardieu, John Malkovich, Ornella Muti. È autore di più di cinquanta pièces teatrali, fra testi originali e adattamenti. Come regista, ha allestito opere liriche e di prosa di Cechov, Pirandello, Shakespeare, Petrolini, Campanile, Fedro, Esopo, Ariosto, Collodi, Donizetti e canovacci di Commedia dell’Arte. Ha diretto e interpretato una collana di narrativa di audiolibri. È stato direttore artistico di ‘Teatro Oltre le Nebbie’, circuito teatrale riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna. È professore a contratto all’Università di Ferrara, cattedra di ‘Scena Elettronica e Teatro Digitale’.
Il palcoscenico per lui è uno spazio franco, confine liquido tra arte e vita.

Massimo, che cos’è il teatro?
Il teatro è un grande mare e ognuno lo percorre seguendo la propria rotta, sperando che quella rotta gli mostri il senso del proprio andare.
Il teatro è al tempo stesso «la festa», la condivisione: non vado semplicemente a vedere lo spettacolo, ma mi metto in gioco. Quelli che una sera sono in platea, la prossima volta potrebbero essere sul palcoscenico.
Questo senso di ‘comunità’ è ciò che fonda il teatro: continuiamo da migliaia di anni a raccontarci le storie.

Perché partecipare a Fest?
Come diceva Stanislavskij, di lontane origini ferraresi – sghignazza – nella nostra città spesso “Ognuno balla con sua nonna”. Il significato di Fest è ascoltare tante voci, condividere il divertimento e una grande energia. Perché il teatro è lo spazio dove si condividono tutti i mondi, le storie e i personaggi possibili e ci sono persone che a questo mondo possibile dedicano la propria effettiva esistenza.
È un tentativo di dare spazio e occasioni ad una comunità già esistente (quella di chi fa in prima persona l’esperienza del teatro), che è giovane, dinamica, in costante condivisione e necessita sempre più spazi di esistenza e scambio.

Come è strutturato il festival?
Le compagnie teatrali si confrontano e di contendono ogni sera i titoli di ‘miglior spettacolo’, ‘miglior regia’, ‘miglior attrice o attore’. Ogni gruppo presenta estratti di percorsi pedagogici, personali e sociali. Spettacoli diversi, interessanti, stimoli originali per crescere.
Inoltre Fest è una rassegna itinerante, per valorizzare le ricchezze e la diversità del nostro territorio.

Come ti sei avvicinato al teatro?
L’ho scoperto al liceo, avevo 18 anni. In quel periodo in cui non stavo bene, il teatro ha dato adito ad una forma di salvezza personale: appena entravo nella dimensione teatrale, cambiava la mia percezione dello spazio e del tempo.
Il teatro apriva uno spazio alla mia storia: stavo bene.
Scoprivo la leggerezza.

Quel tocco magico che Massimo Malucelli regala in un monologo esilarante, imperdibile, ‘E Dio creò il teatro’:
“Dopo aver creato tutto il resto, Dio creò il teatro.
E spiegò che quello era il posto per far finta e per metterci tutte le cose finte.
Ma lo diceva per finta.
In realtà quello era l’unico posto vero, dove tutto si faceva per davvero”.

Per approfondimenti www.foneteatro.it

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Eleonora Rossi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it