L’appello di Veronesi per ‘Giovinezza, giovinezza’.
Arci rilancia: “C’è qualche sponsor che si offre come mecenate?”
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“L’idea è bella, sul versante della fattibilità è piuttosto complicata”: “il problema principale è che queste operazioni hanno costi elevatissimi”.
Così Paolo Marcolini, presidente di Arci Ferrara, risponde all’appello lanciato pochi giorni fa, proprio dalla pagine di Ferraraitalia, dal professor Paolo Veronesi di Unife per salvare la pellicola ‘Giovinezza giovinezza’ (Titanus, 1969) e con lei un fotogramma di memoria di una Ferrara che non c’è più. [leggi qui].
L’Arci non è certo una neofita della gestione di sale cinematografiche e della valorizzazione del cinema d’autore in città, proprio per questo Veronesi l’ha interpellata chiedendo se volesse avere un ruolo di primo piano in una campagna di raccolta fondi per restaurare, alla soglia dei suoi cinquant’anni, il film di Franco Rossi tratto dal volume del ferrarese Luigi Preti. “Da più di trent’anni gestiamo l’unica sala d’essai, pluripremiata anche a livello nazionale, e abbiamo fatto rassegne con film restaurati”, inoltre “non siamo nuovi a iniziative di recupero di pellicole”, conferma Marcolini: nel 1998 Arci ha infatti partecipato al recupero di alcune pellicole ferraresi di inizio secolo.
L’associazione è dunque senz’altro sensibile alla proposta del professore di Unife, ma non nasconde che l’operazione è piuttosto complessa e onerosa. Prima di tutto però bisogna vedere se davvero si riesce a “trovare la copia originale” e capire “in che condizioni è la pellicola”. Ammesso tutto ciò, “il recupero dei fotogrammi ha costi decisamente elevati” che, secondo Marcolini, è difficile coprire solo con un crowdfunding: “quando abbiamo restaurato quelle pellicole di inizio secolo e le abbiamo riversate su vhs, abbiamo speso più o meno 30-40 milioni di vecchie lire, per circa 45 min di girato”. E, chiediamo, per un restauro e una digitalizzazione di ‘Giovinezza giovinezza’ di che genere di cifra stiamo parlando? “Non sono un tecnico e ripeto che bisogna valutare le condizioni della pellicola, ma secondo me si arriverebbe certamente a decine di migliaia di euro”. Per questo il presidente dell’Arci cittadina rilancia l’appello per coinvolgere una squadra più ampia, che oltre all’associazione coinvolga “le istituzioni”, “la Cineteca di Bologna” e, perché no, “un mecenate o una fondazione privati che per amore di questa pellicola e del cinema più in generale e anche della città si rendesse disponibile a coprire parte dei costi”. Anzi l’ideale, a parere di Marcolini, sarebbe che privati e sponsor coprissero una parte maggioritaria delle spese, lasciando alla campagna di crowdfunding “la parte minoritaria”. “È un’operazione che non può essere gestita solo da un’associazione culturale come la nostra, serve un finanziatore, serve il coinvolgimento di un’istituzione pubblica, che può essere il Comune, la Provincia o la Regione, per non parlare delle competenze tecniche per capire se la pizza è recuperabile”. Se dal dibattito pubblico dovesse emergere l’interesse di questi soggetti, “noi siamo pronti a metterci al servizio dell’operazione culturale”, afferma Marcolini.
Ora la palla passa dunque alle istituzioni e ai mecenati cinefili.
E per il cinema ferrarese di ieri, ma anche di oggi? “Le proposte culturali si differenziano più nella programmazione settimanale, nella quale facciamo diverse rassegne”, ci risponde Alice Bolognesi – responsabile delle attività culturali di Arci Ferrara – “inoltre lavoriamo molto in collaborazione con le associazioni sul territorio e cerchiamo di partecipare ai festival e alle attività culturali in città con una proposta cinematografica in linea con ciò che viene realizzato”.
Dal 17 giugno inizierà la programmazione estiva al Parco Pareschi, “con diverse novità rispetto agli anni scorsi”, ci dice Alice, e alcune riconferme, come la collaborazione con la Cooperativa sociale Il Germoglio: 381 Storie da Gustare con ‘Ceniamo al cinema?’ realizzerà alcune cene in tema con le pellicole proiettate, inoltre anche quest’anno ci sarà in palio una delle ri-ciclette realizzate nel laboratorio di viale Darsena con il concorso ‘In prima fila con Ri-cicletta’.
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Federica Pezzoli
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