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Rosita è una donna che impara a fare la differenza. Studentessa del sud trasferita a Padova, è abituata a non chiedere, a mortificarsi più che a esaltarsi, a vivere un amore latitante, di “microscopici spazi”, un amore di ristrettezza che riflette il minimalismo del suo stile di vita più subìto che agito.
L’animale femmina di Emanuela Canepa è un romanzo in cui i sentimenti di Rosita sono in trasformazione quanto lei: l’unico momento di gioia è dopo avere superato l’esame all’università, è l’inizio di una ritrovata autostima, quando capisce che ce la può fare. Verso gli uomini passa da una forma di sottomissione all’autonomia, ma questo solo dopo avere provato pena per quegli uomini, è un cambiamento di prospettiva e di considerazione di sé.
L’incontro con Ludovico Lepore è la casualità che apre a una svolta, a ventidue anni è arrivato finalmente il tempo dell’improvvisazione, del coraggio, della spinta anche di fronte alla possibilità del vuoto.
Ludovico è anziano, cinico, spietato, sprezzante verso le donne, quasi sadico nel metterle alla prova per poi dare l’impressione di salvarle. Ma i ruoli vengono sovvertiti, è iniziata la mutazione di Rosita: l’animale femmina impara a ruggire, si libera della propria miseria e disvela quella altrui.
È lei il punto di incontro e di fusione fra Ludovico e l’amore, fra la vita e la morte, la sconfitta e la conquista, la negazione, durata decenni, di un sentimento e la sua manifestazione in pochi attimi.
L’animale femmina è una storia di formazione, Rosita impara un lavoro, conosce ciò che sta nascosto dentro se stessa, arriva addirittura a provare gioia quando la sua vita comincia a girare per il verso giusto e Ludovico non fa più paura. La consapevolezza di Rosita viaggia parallela al ridimensionamento di quell’uomo che ha vissuto la maggior parte dell’esistenza senza amore, accettando e poi soffocando quello che era stato in gioventù.
Ma la prova concreta che l’amore nella vita di Ludovico è esistito, è un efebo, una statuina che diventa la sua ossessione, come le cose sfuggite e non possedute. L’efebo deve tornare nelle sue mani, perché quella è stata la sua voluttà, il suo desiderio, il suo unico amore. L’efebo sarà lo strumento di collegamento tra tutti i protagonisti e il mezzo di riscatto per Rosita: è lei che alla fine vince su tutti, sugli uomini, sulla vecchia Rosita che non c’è più perché è diventata donna.

Sabato 2 febbraio alle 18, Emanuela Canepa sarà ospite della libreria Altrove di via Aldighieri 29.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it