Appassionato di musica classica e di classicità, Paolo Melandri, insegnante di materie umanistiche al liceo scientifico di Faenza, musicologo e poeta ha dedicato a Mozart un lavoro di ricerca e studio per capirne la persona e il personaggio. “La cetra scordata, due secoli di dissonanze”, e-book edito recentemente da La Carmelina (Ferrara) con prefazione di Roberto Guerra, è un viaggio dentro l’uomo anche oltre il musicista.
Professor Melandri, che immagine di Mozart ne esce?
Ero quasi infastidito dal mito creato attorno a Mozart, considerato un genio che miracolosamente partorisce, un mito a cui ha sicuramente contribuito, dopo la morte prematura, la moglie Costanza che era un personaggio d’affari e desiderava venderne gli autografi.
Un mito romantico del genio insondabile e misterioso che, però, avrebbe risposto ai gusti del pubblico di allora…
Senz’altro. Mozart è stato ritratto come un genio spontaneo che non fatica a comporre, in realtà, i manoscritti dimostrano che faceva e rifaceva, ci sono lavori che lo hanno impegnato anni.
Nella sua opera, lei propone un ritratto estetico, ma anche fisiognomico del musicista. Che uomo era?
Non dava nell’occhio, era basso di statura e aveva delle idiosincrasie come non riuscire a tagliare la carne, aveva anche delle tendenze regressive infantili, paura degli animali, cose così. Aveva, soprattutto, un lato umano che ho ritenuto interessante. Per umano intendo uno spiccato interesse per le vite degli altri, amava farsi raccontare dalle persone e questo lo ritroviamo in numerose lettere da cui, peraltro, emerge una certa stoffa da romanziere, scriveva molto bene e conosceva diverse lingue.
E, tra l’altro, non scrisse solo musica.
Nella sua produzione, ci sono scritti in cui riflette profondamente sull’uomo e sulla vita, per lui sono i casi a determinarla.
Come ha potuto ricostruire la persona più che il personaggio?
Da appassionato, conosco la bibliografia in cui si è parlato di lui, negli anni settanta e ottanta si tentò anche un’interpretazione psicanalitica, molto interessante, inoltre, un documentario della Bbc. A ogni modo, mi premeva approfondire la vicenda umana che reputo non meno importante, oltre quel mito romantico e la carriera che tutti conoscono.
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Riccarda Dalbuoni
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