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La notizia: l’inquinamento dell’acqua causato dalla plastica arriva direttamente nelle nostre case.
L’acqua potabile che esce dai rubinetti in tutto il mondo è contaminata da microfibre di plastica. A dirlo è una ricerca di Orb Media, organizzazione no profit di Washington, che insieme all’università statale di New York e all’università del Minnesota, ha condotto test su campioni di acqua potabile prelevati in città grandi e piccole in tutto il globo.

I risultati pubblicati in questi giorni sono stati sconcertanti: l’83% dei test effettuati ‘worldwide’ sono risultati positivi alla presenza di plastica nell’acqua, con picchi di oltre il 90% negli Usa, compresa la Trump Tower, il palazzo del Congresso degli Stati Uniti o la sede dell’Epa, l’ente per la protezione ambientale americano, mentre in Europa ci ‘fermiamo’ per così dire al 72%. (Leggi qui il rapporto completo)
Facciamoci pure del male. In fondo anche il potere sull’acqua da bere è in mano a grandi gruppi industriali delle acqua minerali.

Qualche tempo fa è uscito un importante dm che si impegna esattamente per il contrario: il Dm Salute del 14 giugno 2017 sui ‘Controlli e analisi delle acque potabili – Recepimento direttiva 2015/1787/Ue – Modifica degli allegati II e III del Dlgs 2 febbraio 2001, n. 31’.
Tra fake news e white washing ormai abbiamo perso la dimensione del “a chi e a cosa credere”.
Io bevo l’acqua del rubinetto e cerco di dimenticare.

Per chi vuole saperne di più invito a leggere il recentissimo documento dell’Istituto Superiore della Sanità relativo alle linee guida per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo secondo il modello dei water safety plan che allego per conoscenza. (Clicca qui)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto un decennio fa il modello dei Water Safety Plans (Piani di Sicurezza dell’acqua, Psa) come il mezzo più efficace per garantire sistematicamente la sicurezza di un sistema idropotabile, la qualità delle acque fornite e la protezione della salute dei consumatori. Il modello, seguito in queste linee guida, persegue una valutazione e gestione dei rischi integrata, estesa dalla captazione al rubinetto, per la protezione delle risorse idriche di origine e il controllo del sistema e dei processi, al fine di garantire nel tempo l’assenza di potenziali pericoli di ordine fisico, biologico e chimico nell’acqua disponibile per il consumo.

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it