Oscar Wilde sosteneva che “solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”. Detta così, la frase può sembrare stridente, ma se ci pensiamo contiene un fondo di verità. Nell’istante in cui vediamo una persona per la prima volta, il nostro cervello elabora numerosissime informazioni e produce dei giudizi anche complessi. Numerosi studi hanno confermato che ciò che indossa una persona ci fa sviluppare pregiudizi su di lei.
Nel 1991, Behling e Williams hanno svolto un esperimento: hanno fatto vestire un gruppo di studenti e studentesse con jeans corti e maglietta, l’altro gruppo invece con un look formale. Mostrando le foto di questi studenti a insegnanti e coetanei, la tendenza era quella di giudicare più intelligente e con un miglior rendimento chi portava un abbigliamento più serio.
Ma non è finita qui: gli esperimenti rivelano che il nostro modo di vestire non influenza solo l’opinione altrui, ma anche il nostro stesso comportamento! Per esempio, nel 2009 Lohmus ha chiesto a venticinque ragazze di indossare in rapida successione un abito elegante e sexy, un abbigliamento casual e una tuta trasandata. Per ogni outfit è stata scattata loro una foto ed in ognuna delle tre dovevano mantenere la stessa postura e un’espressione neutra. Dopodiché, Lohmus ha ritagliato i volti dalle fotografie e ha mostrato il set di tre foto ad un campione di uomini, chiedendo loro di indovinare quale mise indossassero per ogni scatto. Sorprendentemente, la maggior parte diede le risposte corrette: inconsciamente le ragazze hanno cambiato espressione in base al loro abbigliamento.
Personalmente ritengo che sia importante cercare di non rimanere ciecamente ancorati alla nostra prima impressione, tenendo a mente che non sempre è quella giusta; tuttavia dobbiamo ricordarci che ciò che indossiamo lancia un messaggio (preciso, che NON giustifica mai la mancanza di rispetto) e può dirci a quale modello di persona aspiriamo.
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Vittoria Barolo
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