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24 Giugno 2019

L’abbuffata di plastica

Tempo di lettura: < 1 minuto


Sono convinta che molto spesso un’immagine comunichi più di tante parole.
Parlare in termini generici di certi argomenti non ci fa percepire il loro peso e quanto incidano sulla nostra vita.
Per esempio sappiamo tutti che essendo l’ambiente circostante fortemente inquinato dalla plastica, sicuramente anche ciò che mangiamo lo è a sua volta.
Ma se vi dicessero che ogni settimana ingeriamo una quantità di plastica pari ai grammi di peso di una carta di credito? La reazione sarebbe la stessa?
Cinque grammi di micro particelle che mandiamo giù ad esempio con l’acqua del rubinetto ma anche in bottiglia, con la birra, con il pesce e con il sale.
Lo studio “No plastic in nature: assessing plastic ingestion from nature to people”, condotto dall’università australiana di Newcastle e commissionato dal Wwf, ha combinato i dati di oltre 50 ricerche precedenti, calcolando di quante micro particelle ci nutriamo.
Ho già avuto modo di raccontare di isole galleggianti di plastica nell’oceano o montagne che noi immaginiamo come luoghi incontaminati che sono invece ricoperte di spazzatura, ma forse finché non percepiamo il pericolo proprio dietro la porta non ci allarmiamo e non corriamo ai ripari.
Questo studio a mio avviso dimostra che il pericolo purtroppo è già entrato in casa.

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Federica Mammina



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