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Da: Cia Ferrara

Squilibri climatici e riscaldamento globale la vera piaga della nostra agricoltura

L’associazione sollecita l’adesione dei comuni del territorio al “Patto dei sindaci” per il clima, un impegno comune per contribuire a bloccare l’aumento delle temperature e i cambiamenti climatici

FERRARA, 26 giugno – Le temperature che sfioreranno i quaranta gradi nelle prossime ore non sono solo un estremo disagio per le persone e un danno ad alcune produzioni del settore agricolo che andranno certamente in sofferenza. Sono il segnale di uno squilibrio climatico che è diventato “strutturale” e che, secondo uno studio dell’Onu, cancellerà gli ultimi 50 anni di progressi e causerà 120 milioni di nuovi poveri”, spiega Stefano Calderoni presidente di Cia – Agricoltori Italiani.

L’associazione è preoccupata per le decisioni prese dal Consiglio dell’Ue che ha fatto retromarcia sull’accordo per eliminare le emissioni di Co2 in atmosfera entro il 2050. Uno stop allarmante sulla lotta ai cambiamenti climatici – che vedono un alternarsi di eventi estremi e siccità – e sulla mitigazione dell’effetto serra, che sta facendo alzare gradualmente le temperature. Se le cose continueranno in questa direzione ci sarà, sempre secondo l’Onu, una vera e propria “Apartheid climatica”: i paesi più ricchi avranno, probabilmente, le risorse per adeguarsi al cambiamento, mentre quelli più poveri, responsabili di solo il 10% delle emissioni globali, sopporteranno il 75% dei danni.

“Il problema del clima – continua Calderoni – è globale e andrà ad incidere, se non si faranno azioni concrete e tempestive, sul settore agricolo e la disponibilità di cibo per il pianeta. Gli agricoltori si troveranno a dover cambiare radicalmente tipologia di prodotti e tecniche agronomiche e magari riusciranno più a coltivare ciò che hanno sempre coltivato. Penso a questa annata agraria, agli enormi cali produttivi previsti per le cultivar delle nostre pere, Abate in primis, dovuti a condizioni climatiche che non sono state favorevoli per la nostra frutta. E se questa non fosse solo un’annata eccezionalmente negativa, ma diventasse la norma? E se dovessimo cambiare completamente direzione, quanto costerebbe alle aziende e all’intera economia agricola acquisire nuove conoscenze? Noi agricoltori dobbiamo lavorare per proteggere il nostro lavoro e le produzioni tipiche dei territori, ma questo sarà possibile solo con uno sforzo congiunto, una battaglia per il clima combattuta territorio dopo territorio.

Per questo – conclude il presidente Cia – chiederemo a tutti i comuni del ferrarese di aderire al “Patto dei sindaci”, il grande movimento mondiale che unisce i governi locali e compie azioni importanti a favore del clima e dell’energia. Attualmente vi aderiscono oltre 7mila comuni in 57 paesi e i firmatari si sono impegnati a elaborare un Piano per l’Energia Sostenibile e il Clima, con obiettivi a breve termine, entro il 2030. Nel nostro territorio hanno firmato il Patto solo i comuni di Jolanda di Savoia, Fiscaglia, Copparo, ma sarebbe utile che ci fosse una sottoscrizione di massa di questo patto, perché non si può aspettare solo le decisioni a livello europeo. L’inversione di tendenza può e deve arrivare dalle decisioni di politica locale, piccoli passi verso il raggiungimento di un obiettivo comune che è ormai vitale per l’intero sistema produttivo, economico e sociale a livello mondiale”.

Da: Cia Ferrara

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